Roma – “Non è immaginabile che ci sia un Patto di stabilità europeo che si preoccupi della stabilità delle tecnocrazie internazionali e non della stabilità dei nostri figli”. Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, conferma l’intenzione di puntare i piedi a Bruxelles per ottenere che le spese per Casa Italia – il piano del governo per la prevenzione del rischio sismico, idrogeologico e da inquinamento – siano tenute fuori dai vincoli europei di bilancio.
Il premier stima in “almeno 4 miliardi di euro” la cifra che servirà per ricostruire “com’erano, dov’erano e possibilmente più belli di prima,” i centri devastati dal terremoto del 24 agosto scorso. Su questo non dovrebbero esserci obiezioni da parte della Commissione europea nel considerare l’importo fuori dal calcolo del deficit, come prevede la clausola sugli eventi eccezionali imprevisti.
Il problema si porrà, però, proprio per il piano Casa Italia. Si tratta di interventi che uno Stato dovrebbe programmare e realizzare come normale amministrazione, dunque non rientrano tra i costi dell’emergenza, nonostante decenni di inerzia su questo fronte abbiano reso ormai urgenti questi investimenti per la messa in sicurezza del territorio nazionale. Urgenza che spinge l’inquilino di palazzo Chigi a garantire che qualunque importo verrà spesso dai sindaci per interventi di adeguamento e miglioramento sismico “saranno considerati fuori dal Patto di stabilità”. Non si tratta di un’apertura indiscriminata, precisa, ma “voglio dire con chiarezza che sulle scuole non si scherza”. Dunque, l’invito agli amministratori locali è di iniziare a progettare e realizzare subito gli interventi, almeno quelli sugli edifici scolastici.
L’altro invito è rivolto ai cittadini, affinché mettano in sicurezza le loro abitazioni. L’agevolazione fiscale “per l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico delle case sarà prorogata”, assicura, “quindi chi ha la possibilità di fare questi interventi avrà un ecobonus del 65%, anche nel 2017”. Un incentivo che certamente graverà sui conti che verranno presentati a Bruxelles nella manovra di bilancio, ma per Renzi, dopo 3 terremoti che da L’Aquila ad Amatrice, passando per l’Emilia, hanno funestato il Paese in meno di 10 anni, adesso l’importante è che “si facciano interventi di miglioramento e adeguamento sismico”. Se questo vorrà dire scontrarsi con la Commissione europea sull’andamento del deficit e del debito pubblico, il premier sembra intenzionato a condurre la battaglia.