Bruxelles – Le elezioni sono state amministrate in modo trasparente ma restano “sfide agli impegni democratici”. E’ questa la valutazione dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, sul voto russo per il rinnovo della Duma. “Ci aspettiamo che le autorità russe facciano del loro meglio per affrontare queste preoccupazioni” sulla base delle raccomandazioni dell’Osce, continua una nota della portavoce di Mogherini.
L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha infatti monitorato le elezioni, riscontrando, secondo quanto riportato da Ikka Kanerva, coordinatore della missione di osservazione Osce in Russia, “restrizioni legali, controllo statale dei mezzi di comunicazione, limitazioni sulla società civile e diffuse irregolarità procedurali”. L’Osce sottolinea: “Il miglioramento della trasparenza nelle elezioni e la fiducia che abbiamo visto nella gestione delle elezioni sono passi importanti, ma le restrizioni legali sui diritti fondamentali continuano ad essere un problema”.
Parere discordante con quello degli osservatori elettorali della Comunità degli stati indipendenti (CSI) dominata dalla Russia e dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO) che hanno elogiato le elezioni a loro parere democratiche e trasparenti, come hanno spesso fatto in seguito a precedenti votazioni nelle repubbliche ex sovietiche che sono state invece criticate dall’Osce e da altri osservatori europei. “Le elezioni sono state in linea con i principi di svolgimento di elezioni democratiche”, ha detto il presidente della missione di monitoraggio della CIS Vladimir Garkun a Mosca il 19 settembre “Sono state aperto e competitive.”
Contro i risultati delle elezioni si è scagliato anche Guy Verhofstadt, presidente del gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa al Parlamento europeo. Il leader del gruppo Alde ha così commentato l’esito delle elezioni della Duma: “Solo i partiti che sostengono Vladimir Putin, lo stato russo e i media nazionali sono riusciti a far parte della nuova formazione della Duma”.
Queste elezioni hanno subìto un calo di affluenza superiore a quello del 2011 e Verhofstadt denuncia l’atmosfera di intimidazione, molestie e parzialità dei media che hanno caratterizzato questa campagna elettorale e hanno contribuito a favorire non solo Putin ma anche l’astensionismo. A tal proposito Verhofstadt aggiunge che “non c’è da meravigliarsi se i partiti dell’opposizione democratica debbano lottare per essere ascoltati”.
Verhofstadt, come anche Mogherini, condanna inoltre “le cosiddette elezioni organizzate sul territorio della Crimea, annesso illegalmente alla Russia” e sostiene che il suo partito non riconoscerà “nessuna delle persone elette in queste votazioni come rappresentanti di quella regione che fa parte dell’Ucraina.”
Hans van Baalen, portavoce Alde sulla Russia e l’Ucraina, ha aggiunto: “Putin sta supervisionando la scomparsa della democrazia russa; questa sarà la sua eredità. Se fosse stato veramente un leader forte e un uomo del popolo, il presidente russo avrebbe consentito ai propri cittadini delle elezioni libere ed eque, invece di utilizzare l’apparato dello Stato per soffocare le voci democratiche”.
In una conferenza stampa del 19 settembre, il leader del partito comunista russo, Gennady Zyuganov, ha a sua volta criticato le elezioni dicendo che la bassa affluenza dell’elettorato sta ad indicare che i cittadini “hanno votato con i piedi.