Bruxelles – La Commissione europea vuole vedere il contratto di assunzione dell’ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso da Goldman Sachs e farlo esaminare al comitato etico ad hoc della Commissione europea. Ad annunciarlo è il presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker in una lettera di risposta alla richiesta di chiarimenti ricevuta qualche giorno fa del mediatore europeo, Emily O’Reilly sul caso. Il segretario generale della Commissione, fa sapere Juncker, ha inviato una lettera a Barroso “chiedendogli di fornire chiarimenti sulle sue nove responsabilità e sui termini del suo contratto sul quale – continua il presidente della Commissione – chiederò il parere del comitato etico ad hoc”, che comunque non è vincolante.
Nei contatti intercorsi fino a questo momento, riporta Juncker, Barroso “ha confermato il suo impegno a comportarsi con integrità e discrezione anche nella nuova posizione a Goldman Sachs” ma Bruxelles vuole comunque fugare tutti i dubbi visto che il caso “coinvolge un ex presidente della Commissione”. Dal punto di vista legale, continua a ricordare l’esecutivo Ue, il portoghese non ha infranto nessuna regola visto che per gli ex commissari esiste un obbligo di notificare tutti gli incarichi assunti per i 18 mesi successivi alla cessazione della propria attività nell’istituzione, mentre la nomina di Barroso a Goldman Sachs è arrivata 20 mesi dopo la fine del suo incarico. Quello di diciotto mesi rimane, secondo la Commissione, un periodo sufficientemente lungo per evitare conflitti di interessi ed è già stato prolungato, ricorda Juncker, rispetto al periodo di un anno previsto fino al 2011. Ma non tutti gli obblighi degli ex dipendenti della Commissione terminano con lo scadere dei diciotto mesi.
Esiste per tutti gli ex commissari, ricora Juncker, un “chiaro dovere stabilito dall’articolo 245 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea a rispettare in particolare il dovere di comportarsi con integrità e discrezione riguardo all’accettazione, dopo la cessazione dei propri incarichi, di certe nomine o benefici”. Dovere che, “non ha un limite di tempo ed è valido in ogni caso”. Per questo la Commissione si sente autorizzata a fare chiarezza sulla questione.
In ogni caso, assicura ancora il presidente della Commissione, nella sua nuova funzione “Barroso sarà ricevuto alla Commissione non come un ex presidente ma come un rappresentante di interessi e sarà sottoposto alle stesse regole di tutti gli altri rappresentanti di interesse rispetto al registro sulla trasparenza”. Inoltre, promette ancora Juncker, “i membri della Commissione e dello staff, quando incontreranno Barroso, dovranno rispettare le regole esistenti sulla trasparenza e sui contatti con i rappresentanti dei gruppi di interesse”. In altre parole, fa sapere l’esecutivo comunitario, è escluso che il portoghese possa essere ricevuto con gli onori riservati normalmente agli ex presidenti: niente strette di mano, niente foto o opportunità di incontro con la stampa. Non solo: il predecessore di Juncker dovrà anche sottoporsi, come tutti i comuni mortali, a controlli di sicurezza e passaggi nel metal detector all’ingresso, prassi a cui gli altri ex presidenti non sono mai stati costretti. Un fastidio pratico forse piccolo, ma dal significato politico chiaro.