Bruxelles – Lavori in corso a sinistra anche nel Parlamento europeo. Un gruppo di circa 100 deputati dei gruppi della Gue/Ngl, dei Greens e degli S&D hanno deciso di dare vita al Progressive Caucus che, spiegano, sarà uno spazio di dialogo che avrà lo scopo di “analizzare le differenze e costruire ponti tra i progressisti”. Il gruppo non sarà soltanto dedicato all’analisi teorica ma anche a unire questi tre gruppi, o comunque parte di essi, in battaglie comuni. E la prima è quella in opposizione al Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada, che il Progressive Caucus vorrebbe respingere. Nello steering committee dell’organismo anche due italiani: Sergio Cofferati e Curzio Maltese.
“Veniamo da tradizioni politiche differenti e anche da visioni differenti dell’integrazione europea, ma siamo d’accordo sul fatto che abbassare stipendi e ridurre i diritti diritti mette in pericolo la democrazia”, spiega il tedesco Fabio De Masi della Die Linke nella conferenza stampa di lancio dell’iniziativa. Per il socialista francese Guillaume Balas questo “spazio di discussione tra progressisti che possono avere obiettivi complementari o magari differenti”, è “strategico” in quanto “può rappresentare la sinistra del futuro”. “Finora non c’era una vera piattaforma per discutere insieme materie importanti per noi come il Ceta”, aggiunge la verde francese Eva Joly secondo cui il Progressive Caucus è una “piattaforma per l’alternativa”.
Per il vicepresidente del Parlamento europeo, Dimitrios Papadimoulis di Syriza, il Progressive Caucus ha tra i suoi obiettivi anche quello di combattere la crescita dei consensi dell’estrema destra in Europa. “Vogliamo crescita, più Stato sociale e politiche di coesione. Vogliamo soluzioni europee per la situazione dei rifugiati, lotta al cambiamento climatico, al razzismo e alla xenofobia”, spiega Papadimoulis secondo cui tra gli obiettivi non c’è la lotta alla “Grande Coalizione” tra socialisti e popolari ma l’idea è “rendere l’Ue migliore per i suoi cittadini, orientata al sociale e democratica, con più dialogo e lavoro”, e per raggiungere questi obiettivi “troveremo la terza via per uscire dalla crisi attuale”.