Bruxelles monitorerà le misure messe in atto dai Paesi contro furbi e paradisi fiscali
Il commissario Semeta: “Non possiamo permetterci di perdere questa battaglia”
Quarantacinque paia di occhi vigili, costantemente puntati sugli Stati membri, per controllare se stanno facendo abbastanza contro l’evasione fiscale. La Commissione europea non molla e lancia una nuova iniziativa per rendere più difficile la vita ai furbetti del fisco. Si tratta di una piattaforma composta da membri di autorità tributarie nazionali, Parlamento europeo, imprese, università, Ong e altre parti interessate, che consentirà di monitorare le attività compiute dai Paesi membri nella lotta all’evasione fiscale e nell’inasprimento dei controlli sui paradisi fiscali. Un anno fa, dall’esecutivo Ue, erano arrivate due raccomandazioni proprio su questi due temi e ora l’intenzione è verificare quali progressi siano stati effettivamente compiuti. “Assicurerà agli Stati di restare allerta e di raggiungere risultati all’altezza delle aspettative” spiega il commissario per la Fiscalità, Algirdas Semeta.
La nuova piattaforma sarà composta da 45 membri: un delegato di alto livello di ogni autorità fiscale degli Stati e fino a 15 rappresentanti non governativi, scelti dalla Commissione attraverso una procedura aperta di candidature. Il mandato dei membri sarà di tre anni e la prima riunione è fissata già per il prossimo dieci giugno. Dalla nascita del nuovo organismo dovrebbero uscire rinforzati il dialogo e lo scambio di competenze, così da permettere un approccio più coordinato e efficace dei 27 alla lotta contro le irregolarità nei confronti del fisco.
“Battersi contro l’evasione significa battersi per proteggere l’equità del nostro sistema fiscale, la competitività della nostra economia e la solidarietà tra gli Stati membri. Non possiamo permetterci di perderla questa battaglia – ha dichiarato il Commissario Semeta – la posta in gioco è troppo preziosa”. Per questo serve anche la collaborazione dei partner internazionali su cui l’Ue sta facendo pressione: “Abbiamo spinto la nostra posizione sulla necessità dello scambio automatico di informazioni anche al G20”, ha continuato il commissario, convinto che “l’approccio unitario è l’unico modo per riscuotere le tasse legittime”.