Roma – “Nell’attesa dei tempi europei, l’Italia si può dotare di strumenti d’azione” per cominciare ad attuare quella politica di cooperazione con l’Africa che sta alla base della proposta dell’esecutivo Renzi all’Ue per il migration compact. Lia Quartapelle, deputata Pd a Montecitorio, spiega così il senso dell’Africa compact, un’iniziativa del suo gruppo parlamentare che prevede la presentazione, tra settembre e ottobre prossimi, di una proposta di legge delega per affidare al governo il compito di adottare entro la fine del 2017 “strumenti normativi e operativi” in grado di favorire una politica organica nei confronti del continente africano.
Per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervenuto alla presentazione dell’iniziativa, si tratta di “una proposta importante sulla quale anche il governo può investire”. Anche perché “è vero che c’è un interesse dell’Ue per l’Africa”, stimolato dall’iniziativa del migration compact, ma “l’Italia più di altri paesi capisce l’importanza” di una partnership con il continente che si affaccia sulla sponda sud del Mediterraneo. Un rapporto utile “non solo nel campo della gestione dei flussi migratori”, precisa il ministro, ma anche per creare occasioni di sviluppo economico tanto per l’africa quanto per le aziende italiane ed europee gestendo le sfide della “globalizzazione sostenibile, dell’urbanizzazione delle città africane, dell’energia”.
La proposta illustrata da Quartapelle si snoda lungo tre pilastri. Il primo riguarda “un investimento sul capitale umano in Africa e in Italia”, spiega la parlamentare. Rafforzamento delle opportunità di studio per gli africani in Italia e degli scambi tra università italiane e africane sono gli strumenti sui quali si intende puntare, insieme con l’offerta di tirocini per gli italiani presso le sedi diplomatiche e di rappresentanza nei paesi africani.
Il secondo pilastro riguarda le opportunità di occupazione e lo sviluppo economico. La proposta prevede l’istituzione di un Trust fund per l’Africa, che dovrà essere affidato a Cassa depositi e prestiti e avrà il compito di convogliare insieme risorse pubbliche e private per interventi volti alla creazione di posti di lavoro e crescita economica. Quello delle partnership tra pubblico e privato è “un imperativo” se si vuole che i progetti funzionino, ha dichiarato l’ambasciatore del Marocco in Italia, Hassam Abouyoub. “Non basta aumentare le risorse per l’Africa”, ha proseguito il diplomatico, “perché la capacità di assorbirle è bassissima”. Ciò che serve, ha indicato, “è un nuovo modello” basato appunto sulla cooperazione tra pubblico e privato per la realizzazione dei progetti.
Il terzo pilastro dell’iniziativa, infine, riguarda la stabilizzazione politica e il contrasto alle minacce, che vanno dalla “penetrazione più profonda del terrorismo”, come ha sottolineato Gentiloni, alle conseguenze dei cambiamenti climatici che con periodiche carestie minacciano anche la stabilità del continente africano.
L’Africa compact “è un’iniziativa politica per provare a dare una spinta al migration compact, sul quale stiamo assistendo a lentezze in sede europea”, ha spiegato Quartapelle a Eunews. Però, ha precisato, serve anche “dotare l’Italia di strumenti che non ha, come una struttura di coordinamento delle politiche per l’Africa messe in campo dalle varie amministrazioni”, in modo che il nostro Paese possa sviluppare i rapporti con la sponda sud del Mediterraneo “anche se l’Ue dovesse continuare a frenare”.