Secondo un parere adottato dal Comitato delle Regioni le spinte verso l’autonomia e i movimenti indipendentistici sono questioni di politica interna dei singoli Paesi. Se poi c’è la scissione e vogliono aderire all’Ue devono fare domanda come ogni nuovo candidato
Una regione di uno dei 27 Stati membri spinge per ottenere l’indipendenza? La cosa non riguarda l’Unione europea, né tanto meno il Comitato delle Regioni. A dirlo a chiare lettere è un parere adottato, a larga maggioranza, dall’Assemblea dei rappresentanti regionali, secondo cui “le spinte verso l’autonomia e i movimenti indipendentistici di una regione rientrano tra le questioni di politica interna dello Stato membro interessato”.
E cioè: Unione europea e Comitato delle Regioni non devono interferire, nemmeno se si arriva alla scissione, definita questione di “organizzazione interna connessa alle disposizioni costituzionali dei singoli Stati membri”. Al centro di un acceso dibattito anche l’eventuale integrazione del nuovo Stato autonomo nell’Ue. Se questo – è stato stabilito – volesse entrare a farne parte, dovrebbe fare richiesta di adesione al pari di un qualunque altro Paese.
Il Comitato delle Regioni ha anche criticato la crescente tendenza al fenomeno inverso: la centralizzazione, sempre più forte di fronte al peggioramento della situazione economica e finanziaria. “In alcuni Paesi si utilizzano la crisi economica e del debito, nonché le misure di risparmio necessarie in tutta Europa come pretesto per accrescere la centralizzazione delle competenze, per procedere per al decentramento senza stanziare risorse adeguate e per semplificare, ridurre o addirittura abolire le strutture subnazionali” ha criticato il relatore del parere, Franz Schausberger (Ppe), rappresentante del Land Salisburgo presso il Comitato delle Regioni. Secondo Schausberger questa tendenza finirà per indebolire la democrazia regionale e locale ed è “basata sulla falsa supposizione che i servizi pubblici siano economicamente più convenienti se messi nelle mani del livello statale centrale”.
Letizia Pascale
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