Bruxelles – La priorità della Grecia sembra che non sia più solo uscire dalla crisi economica, ma anche cambiare la Costituzione. Il primo ministro Alexis Tsipras lunedì ha annunciato di voler realizzare una riforma radicale della legge fondamentale dello Stato “con e per i cittadini”.
Tsipras ha le idee chiare su come cambiare l’impalcatura della democrazia greca. Prima di tutto, vuole rafforzare in maniera “ragionevole”, questo il termine da lui utilizzato, i poteri del presidente della Repubblica, valorizzando il suo ruolo di vigilanza. Il capo dello Stato, poi dovrà essere eletto da una maggioranza di due terzi del parlamento, e se tale maggioranza non si trovasse i due candidati più votati dovrebbero essere presentati ad un ballottaggio tra i cittadini.
Il premier dovrà essere scelto tra i parlamentari o comunque tra “funzionari elettivi”, a meno che non si tratti di premierati “ad interim”, ad esempio per gestire dei governi di transizione in caso di elezioni anticipate.
Cambiano anche le norme che regolano la vita parlamentare. Per Tsipras bisogna abolire l’immunità parlamentare. Cambia anche il numero dei mandati parlamentari possibili con l’introduzione di un limite massimo di due (o un massimo di otto anni in caso di scioglimenti anticipati del parlamento). Infine, un testo anche se già è diventato legge può essere sottoposto al giudizio di un nuovo speciale organo giudiziario.
Secondo il premier, bisogna “superare tutto ciò che è vecchio”, a partire dal declino politico “che ha portato il paese nell’attuale crisi economica e politica”. L’obiettivo di Tsipraz è “decidere che tipo di Grecia vogliamo”, ha detto.
Tra le proposte del governo c’è anche quella che introduce la possibilità di indire referendum dietro proposte di iniziativa popolare e l’obbligo per qualsiasi trattato che stabilisca il trasferimento dei poteri dello Stato di essere sottoposto a referendum. La proposta di Tsipras prevede un minimo di mezzo milione di firme per i referendum che riguardano questioni nazionali, mentre più di un milione per i referendum sulla ratifica di leggi già approvate dal Parlamento, ad eccezione delle leggi tributarie o di bilancio.
Nella nuova Costituzione verrà introdotta una nuova procedura per presentare una mozione di sfiducia al governo. Tsipras l’ha definita “costruttiva”, perché sarà accompagnata dall’indicazione del nome di un nuovo possibile primo ministro, in modo da garantire che ci sia stabilità politica.
La giovane Costituzione greca ha soli 41 anni, ma è già stata sottoposta a revisione altre tre volte: nel 1986, 2001 e 2008. Come in Italia, anche in Grecia per modificare la legge fondamentale dello Stato bisogna avviare una procedura di revisione, disciplinata dall’articolo 110 della Costituzione greca.
“La necessità di revisione della Costituzione deve essere accertata da una risoluzione adottata dal Parlamento”, specifica l’articolo 110 al comma 2, “su proposta di almeno il 50 per cento dei membri del Parlamento, e votata con dalla maggioranza dei tre quinti del totale dei deputati in due votazioni, distanti l’una dall’altra almeno un mese”. Il passo successivo sarà la votazione in Parlamento del testo che modifica la versione originale e che per essere approvato ha bisogno della maggioranza assoluta del totale dei rappresentanti. Ogni cambiamento introdotto nel testo costituzionale deve essere pubblicato sulla gazzetta ufficiale entro 10 giorni e adottato dal Parlamento attraverso una speciale risoluzione. Infine, l’articolo 110 specifica che “non si può modificare la Costituzione se non dopo 5 anni dall’ultima revisione”.
Quella che Tsipras chiama “rivoluzione della democrazia” è stata concepita come un processo di cambiamento della legge fondamentale che presuppone “un dialogo aperto”, ha specificato il premier, “con tutti i cittadini”, che non saranno solo chiamati a dire la loro sui vari temi oggetti di revisione, ma “saranno coinvolti nella formulazione delle proposte”.
“A settembre annunceremo la composizione del comitato nazionale”, ha continuato Tsipras, “che si occuperà di aprire il dialogo con i cittadini a livello nazionale”, attraverso discussioni, convegni e incontri sul tema. E non solo. La polis come luogo di discussione politica si sposterà anche sul web, con l’apertura di un sito web specifico in cui cittadini, esperti e istituzioni si confronteranno sulle proposte di riforma costituzionale.