Può un paese membro dell’Ue chiedere le dimissioni del “suo” commissario europeo? Una
domanda all’apparenza semplice, ma che mette, chissà perché, in palese difficoltà la portavoce della Commissione europea Pia Ahrenkilde-Hansen. In occasione del consueto briefing della commissione Ue un giornalista spagnolo chiede un commento sulla polemica nata in Spagna, dove i deputati del Partito popolare (Pp) di Mariano Rajoy chiedono che Joaquim Almunia – spagnolo, socialista – lasci il proprio incarico per come ha gestito la questione del prestito di 100 miliardi per le banche spagnole.
In un’intervista a Reuters Almunia aveva detto che la banche spagnole devono essere ricapitalizzate, e nei giorni scorsi ha anche sostenuto che ci sono alcuni istituti di credito che dovrebbero essere liquidati. Parole che hanno scatenato un putiferio in Spagna, dove hanno chiesto a gran voce le dimissioni del commissario, accusato di “slealtà” verso suo paese (senza sapere, probabilmente, che i commissari non rappresentano il loro paese, ma solo gli interessi dell’Unione).
Da qui la domanda a Pia Ahrenkilde, la quale replica dicendo che la risposta non può essere offerta dal podio, pubblicamente, ma a margine, a quattrocchi, senza testimoni collegati dall’esterno con l’incontro stampa. Come mai? Un altro cronista prova a riformulare la stessa domanda, ma la risposta di Pia non cambia. “Per quanto riguarda le procedure di sfiducia di un commissario potrò darvi la risposta a margine, al termine di questo briefing”. Una mancanza di presa di posizione ufficiale che lascia spazio a equivoci e retro pensieri. La Commissione Ue non sa se difendere o meno un proprio commissario? La Commissione non sa o non vuole rispondere? Perché lo vuole fare solo in privato? A questo punto irrompe anche l’ex presidente dell’Associazione della stampa internazionale di Bruxelles, Lorenzo Consoli, tuttora uno dei membri più agguerriti della rappresentanza professionale a Bruxelles, che incalza la portavoce della Commissione. La domanda dei colleghi, fa notare, è chiara. E allora perché la Commissione non offre una altrettanto chiara risposta? E perché non lo vuol fare pubblicamente? Alla fine Pia Ahrenkilde cede e risponde. “La Commissione europea è un’istituzione indipendente, e come tale non dipende da alcun governo o da alcun parlamento. Un paese non può chiedere le dimissioni di un commissario”. Ci voleva tanto? Forse c’era il timore di ammettere, pubblicamente, che un partito di governo di uno stato membro attacca un componente della Commissione?
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