Bruxelles – La disputa va avanti da sei anni e per risolverla la Commissione europea ha deciso di rivolgersi alla Corte di giustizia Ue. L’esecutivo ha deferito ai giudici del Lussemburgo la Repubblica Ceca per non essersi ripresa indietro 20mila tonnellate di rifiuti pericolosi che erano stati spediti a Katowice, nella Polonia meridionale, da un operatore ceco fra il 2010 e i primi mesi del 2011. Il caso riguarda in particolare le differenze fra i due Stati membri nel classificare il trasferimento di rifiuti. Secondo le autorità polacche, la consegna delle 20mila tonnellate avrebbe dovuto essere soggetta ad approvazione per poter essere portata a termine (così come stabilito dal regolamento 1013/2006 sulle spedizioni di rifiuti), mentre secondo le loro controparti cece il tipo di rifiuti in questione non rientra nelle categorie per le quali è necessaria una notifica allo Stato destinatario della consegna.
Dando ragione alla Polonia, nel novembre 2015 la Commissione Ue aveva inviato un parere motivato alla Repubblica Ceca intimandole di riprendersi i rifiuti portati sul suolo polacco contro le regole europee. Siccome Praga ha continuato a rifiutarsi di farlo, l’esecutivo comunitario ha ora deciso di rivolgersi alla Corte di giustizia Ue.