Bruxelles – Per come stanno le cose in questo momento, il cammino di Ankara verso l’Unione europea deve essere congelato. Ad esserne convinto è il governo tedesco che, per bocca del portavoce dell’esecutivo di Berlino, ha chiuso ogni porta: “Nelle circostanze attuali è impensabile aprire nuovi capitoli”, ha chiarito il portavoce, Steffen Seibert. Una posizione condivisa anche dal partito gemello della Cdu di Angela Merkel, l’Unione Cristiano-Sociale (Csu) bavarese: “Se si guarda come la Turchia sta smantellando lo stato di diritto, allora i negoziati devono essere bloccati immediatamente”, ha dichiarato il leader del partito, Horst Seehofer, secondo cui “nessuno stato democratico agisce in questo modo”.
I negoziati per l’adesione della Turchia all’Ue sono iniziati nel 2005 e consistono di 35 capitoli: al momento ne sono stati aperti soltanto 16 e uno appena è stato chiuso. I negoziati sono stati rilanciati dopo l’accordo stretto tra Ue e Ankara lo scorso 18 marzo sull’immigrazione, con l’apertura di un nuovo capitolo negoziale: il 33, quello relativo al budget.
Eppure la Commissione non sembra per il momento intenzionata a stoppare la collaborazione con Ankara. “Continueremo a lavorare per la messa in atto dell’accordo Ue-Turchia”, ha ribadito ancora oggi il portavoce dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, chiedendo che anche la Turchia “continui ad impegnarsi per la sua parte. Continuiamo – ha spiegato il portavoce – a lavorare sui visti e sulla legge antiterrorismo”, che l’Ue chiede al governo turco di modificare come condizione per proseguire nel processo di liberalizzazione dei visti e “speriamo che il processo possa arrivare a compimento dopo la pausa estiva”.
Anche per quanto riguarda la decisione di Erdogan di sospendere momentaneamente la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo l’esecutivo Ue è cauto: “È previsto dalle regole del Consiglio d’Europa, c’è un articolo specifico, il 15, che governa questo processo – ricorda Schinas – e per quello che ne sappiamo le condizioni previste da questo articolo sono state rispettate”.
Le dichiarazioni da parte dei rappresentanti europei iniziano però a diventare più dure. Secondo l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, e il commissario all’allargamento, Johannes Hahn, quelle che riguardano il sistema educativo, giudiziario e dei media, sono “decisioni inaccettabili”. L’Ue, hanno assicurato i commissari “continueranno a monitorare la situazione molto da vicino, incluse le implicazioni pratiche dello Stato d’Emergenza”. Mogherini e Hahn hanno anche lanciato un appello all’opposizione per contrastare le mosse di Erdogan: “Ci aspettiamo che il Parlamento e tutte le forze rappresentate nelle istituzioni democratiche del Paese giochino appieno il loro ruolo costituzionale”.