Roma – Il disegno di legge sulla sharing economy, l’economia della condivisione, è una “regolamentazione leggera, in linea con l’impostazione della Commissione europea”. È il parere che Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha espresso in audizione davanti alle commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera, indicando come “opportuno” un intervento per “disciplinare l’attività delle piattaforme che consentono di gestire rapporti sia profit sia non profit, per scambi di casa, affitti privati, taxi privati, car sharing, banche del tempo e quant’altro”.
Il titolare dell’Antitrust ha sottolineato come il testo in esame sia un giusto equilibrio tra un atteggiamento passivo, che porterebbe a “subire il cambiamento”, e un “intervento legislativo pesante” che finirebbe col “bloccare l’innovazione”. Scegliere un approccio di “regolazione leggera”, secondo Pitruzzella, “protegge il processo di innovazione e mantiene il mercato aperto per i potenziali innovatori”. Quindi, ha proseguito, “rispetta l’impianto della proposta della Commissione europea, che prevede di intervenire solo negli ambiti che richiedono una protezione di interessi pubblici”.
Unico punto dolente del disegno di legge, secondo il capo dell’Autority, è “la parte che prevede un’autorizzazione preventiva” per i soggetti che intendono operare nella sharing economy. La richiesta dell’Antitrust al Parlamento è di eliminare quest’obbligo, poiché “potrebbe entrare in contrasto” con la normativa europea. Un ulteriore consiglio riguarda l’alleggerimento di un altro obbligo, quello per gli operatori del settore di presentare un documento di politica aziendale. Anche qui Pitruzzella preferirebbe un meno impegnativo “codice di autoregolamentazione”, la cui adozione “sia magari facoltativa”.
Il disegno di legge contiene poi una “novità estremamente positiva”, indica ancora Piutruzzella, riferendosi all’introduzione della figura dell’utente operatore. Si tratta di un soggetto “attualmente non contemplato nell’ordinamento giuridico”, sottolinea il capo dell’Antitrust, e “compatibile con il documento della Commissione europea”, che tuttavia non prevede questa figura di utente e contemporaneamente fornitore di servizi. Proprio per questo, secondo Pitruzzella, se confermata in fase di approvazione della legge, la novità “potrebbe essere un interessante punto di riferimento per gli altri Paesi dell’Ue”.
La proposta normativa prevede inoltre l’istituzione di un Registro elettronico nazionale delle piattaforme di sharing economy, e attribuisce proprio all’Antitrust il compito di vigilare sulla loro attività e presentare una relazione annuale al Parlamento. A fronte di queste nuove competenze, Pitruzzella chiede quindi “un aumento delle risorse, mediante il reclutamento di nuovo personale dotato di specifiche competenze tecniche, il cui costo in ogni caso non graverebbe sulla finanza pubblica in forza del previsto meccanismo di autofinanziamento”.