Bruxelles – La presidenza slovacca al Consiglio dell’Unione europea comincia a muovere i primi passi, presentando le priorità che guideranno la sua politica. Oggi al Parlamento europeo, in commissione Libertà civili, Robert Kaliňák, vice primo ministro e ministro degli Interni della Repubblica slovacca, ha trattato in particolare di migrazione, un tema che mette in difficoltà il governo di Robert Fico che ha gestito la questione sempre con grandi tensioni nei confronti delle scelte della Commissione europea. Gli eurodeputati non hanno mancato di criticare le scelte perseguite dalla Slovacchia nel settore, interrogando i rappresentanti del governo sulla linea che intendono tenere da ora in poi nel loro ruolo alla presidenza. Soprattutto non è andato giù ad alcuni parlamentari il richiamo ad una “solidarietà europea” da parte di rappresentanti di un Paese che sulla questione dei resettlement ha tenuto una gestione che di solidale o di europeo aveva ben poco.
Una delle priorità della nuova presidenza sarà la revisione dell’attuale sistema di ricollocamento, rispetto al quale la Slovacchia ha sempre assunto una posizione molto critica: “Mi chiedo se c’è qualcuno in questa sala che è disposto a discutere delle virtù del sistema di ricollocamento deciso un anno fa. E’ un aspetto sui cui dobbiamo continuare a lavorare e vogliamo presentare soluzioni che funzionino”, ha dichiarato Kaliňák. Il ministro ha presentato la via delle quattro ‘r’ che dovrà guidare la soluzione della crisi dei migranti in futuro. Tra questi elementi si trova appunto la questione dei ricollocamenti, che dovrà essere guidata dal principio di condivisione dell’onere e delle responsabilità tra gli Stati membri dell’Ue. E in questo contesto deve essere gestita la riforma del sistema di Dublino: “Vogliamo presentare nuove proposte che possano fungere da piattaforma per gli sviluppi futuri. Riteniamo di poterci arrivare e far sì che la normativa diventi davvero concreta. Sarà importante fare prova di solidarietà facendo leva sulle sinergie dei diversi Paesi Ue”, ha affermato il ministro degli Interni.
Gli altri aspetti della strategia riguardano il sistema dei rimpatri per gli immigrati irregolari, che deve essere migliorato, e gli accordi di riammissione, già esistenti, che richiedono di essere ravvivati tramite una maggiore cooperazione con i Paesi vicini. Infine un potenziamento delle politiche di reinsediamento, indicate come il modo più efficace per aiutare chi si trova in situazioni di bisogno e vulnerabilità. Kaliňák ha evidenziato i buoni risultati raggiunti nella stipulazione di un regolamento sulla guardia costiera e di frontiera dell’Ue, ritenendolo un “ottimo esempio” , che la presidenza slovacca cercherà di mettere in pratica da ottobre. Anche l’accordo con la Turchia è stato nominato come elemento “cruciale” per la gestione dei migranti, insieme alla questione della liberalizzazione dei visti, considerata come un meccanismo di incentivo per gli Stati coinvolti.