Roma – L’Unione europea con la Brexit “è davanti a un banco di prova, forse il più grande della sua storia”, e per questo è il momento di “smettere di fare i soliti giochetti europei e di Bruxelles” e risolvere i problemi che ci sono al momento, ma se la Commissione non ci riuscirà i governi “si occuperanno della questione” da soli.
Il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schäuble, in un’intervista sull’edizione domenicale di Die Welt, pubblicata dal Corriere della Sera, lancia un avvertimento all’esecutivo comunitario.
Per Schäuble “è nell’interesse sia britannico che dell’Europa continentale accelerare le negoziazioni” per dare seguito alla decisione dei cittadini britannici che hanno decretato l’uscita del Regno unito dall’Ue. Tuttavia, se bisogna essere rapidi nell’avvio della trattativa, la Brexit per Schäuble dimostra anche che “adesso non è peraltro sicuramente il momento giusto di lavorare a una maggiore integrazione dell’Eurozona”. Una frenata dunque sul rafforzamento dei legami tra gli Stati membri che condividono la moneta unica, richiamati allo stesso tempo a “non alimentare ancora la falsa idea che si possa produrre crescita con nuovi debiti”.
Nel contesto attuale, invece, il tedesco è convinto che l’Unione europea debba “dimostrare di potere risolvere rapidamente soprattutto alcuni problemi centrali”, a partire dall’immigrazione, ma con lo sguardo anche al mercato digitale e all’unione energetica. “Solo così la gente si lascerà convincere e riguadagnerà fiducia”, prevede.
“Ciò che non possiamo fare da soli, dobbiamo farlo a livello europeo”, indica il titolare dell’Economia di Berlino. “Se non collaborano tutti i 27 Stati, alcuni cominceranno a fermarsi”, ammonisce, “e se la Commissione non collabora, allora ci occuperemo noi della questione, risolvendo appunto i problemi tra i governi”. Per Schaeuble, il “metodo intergovernativo si è dimostrato efficace durante la crisi dell’eurozona”. E dato che “al momento non riusciamo a modificare gli accordi” per un nuovo assetto istituzionale europeo, “le istituzioni (dell’Ue, ndr) dovrebbero piuttosto intervenire per la soluzione dei suddetti problemi”. In caso contrario, avverte, “risolviamo noi questi problemi tra i governi al di fuori delle istituzioni”.
Schäuble manda anche un messaggio al Parlamento europeo chie chiede a gran voce di essere sempre più coinvolto nel governo dell’Europa. “Siamo onesti”, dice, “la domanda se il Parlamento europeo abbia o meno un ruolo decisivo non è quella che preoccupa la gente in modo particolare. Alla gente interessa sapere se riusciamo a controllare il problema dei profughi. Contano i fatti, non le parole altisonanti”.