Bruxelles – Per adesso non è necessario alcun intervento per le banche italiane, “se ci saranno emergenze le affronteremo, l’importante è che i cittadini siano consapevoli che non c’è rischio per i loro risparmi”. Dopo lo shock Brexit, il premier italiano tenta di rassicurare mercati e cittadini e smentisce che il governo di Roma stia discutendo con la Commissione europea un piano per difendere le banche dai contraccolpi dell’uscita del Regno Unito dall’Unione: “Penso non vi sia una situazione in cui oggi ci sia chissà quale trattativa o negoziato, stiamo discutendo e se ci saranno delle emergenze le affronteremo”, taglia corto il premier, uscendo dalla riunione del vertice dei socialisti europei che precede l’inizio del Consiglio europeo a Bruxelles. Lo stesso messaggio che Renzi aveva tenuto ad inviare anche nel corso di un’intervista alla Cnn: “Sono molto tranquillo sul sistema bancario. In Europa con le istituzioni finanziarie siamo pronti a fare tutto quello che serve, se necessario, ma al momento non lo è, per salvare ogni soldo dei cittadini. Perciò non state a preoccuparvi”, aveva assicurato. A livello economico, evidenzia il premier, oggi arriva invece una buona notizia per l’Italia, visto che “abbiamo ottenuto oggi l’autorizzazione ad avere un miliardo e 400 milioni in più”, derivanti dal ricalcolo tecnico dei fondi di coesione.
Ma quello che l’Europa deve fare sulla spinta del voto britannico, chiede Renzi, è proprio imparare a non guardare soltanto ai soldi e creare “un’Europa che faccia attenzione un po’ più al cuore e un o’ meno al portafoglio”. Secondo il presidente del Consiglio, “ora c’è bisogno di un’Europa che sia più capace di valori che non siano solo economici o finanziari” per dare vita ad un’Europa “del sociale, del volontariato, degli asili nido, delle scuole, l’Europa dei luoghi di incontro, de musei, dell’innovazione”. Da questo punto di vista, “paradossalmente lo shock della Brexit potrebbe essere perfino un fatto positivo” per cambiare direzione, liberandosi da una visione di austerity per “creare investimento, innovazione dare opportunità, creare lavoro”. Anche perché, è convinto Renzi, “se non c’è lavoro è evidente che una parte dei Paesi, voterà sempre contro l’Europa perché vedrà sempre l’Europa come responsabile della crisi”.
Per dare il segno di questo cambio di passo e di questa nuova attenzione al sociale, l’Italia ha lanciato una prima proposta, introdotta ieri a Berlino nella riunione con Angela Merkel e François Hollande e che intende ribadire oggi alla presenza di tutti i leader europei. L’idea è quella di fare sì che gli studenti del Regno Unito possano continuare ad avere passaporto europeo se studiano in uno degli altri Stati Ue. “Non c’è nulla di sicuro”, ammette il premier, che vorrebbe inserire questo Ius culturae nella legge sulla cittadinanza in discussione al senato ma è consapevole dei problemi di costituzionalità che presenta la proposta. Perché, potrebbe chiedere qualcuno, ai giovani britannici sì e ai giovani cittadini di altri Stati extracomunitari no? Ma un segnale a quei giovani che hanno dimostrato di credere nell’Europa, secondo l’Italia, sarebbe importate lanciarlo.