Bruxelles – Tra Regno Unito e Unione europea “ci saranno ancora cooperazione intensa e crescente e partnership in un enorme numero di settori: l’arte, la scienza, l’università, l’ambiente”. Londra continuerà a godere del libero scambio e ad avere “accesso al mercato unico”. Anche dopo la Brexit i cittadini Ue che vivono nel Regno Unito “avranno i loro diritti pienamente difesi e lo stesso varrà per i cittadini britannici che vivono nell’Ue”. Questi “potranno ancora andare a lavorare nell’Ue, vivere viaggiare, studiare, comprare case e stabilirsi” in qualsiasi altro Paese dell’Unione. Dopo una campagna tutta in attacco, ora l’uomo forte del Leave, Boris Johnson, mostra all’Ue il suo volto più dialogante. Lo fa con un lungo intervento pubblicato dal Daily Telegraph, giornale di cui per anni è stato corrispondente da Bruxelles, in cui, dopo due giorni di silenzio, delinea la sua idea sul futuro rapporto con Bruxelles.
Il Regno Unito, ricorda “è parte dell’Europa e lo rimarrà sempre” e “sarà sempre un grande potere europeo” che mostrerà le sue doti di leadership “su tutto, dalla politica estera alla difesa all’antiterrorismo e alla condivisione dell’intelligence, tutto quello che dobbiamo fare insieme per rendere il nostro mondo più sicuro”, assicura Johnson. Secondo l’ex primo cittadino di Londra, “in patria e all’estero, le conseguenze negative sono state ampiamente sovrastimate”, visto che “il mercato azionario è molto al di sopra il livello dello scorso autunno e la sterlina rimane più alta di quanto non fosse nel 2013 e nel 2014”.
Insomma, secondo Johnson, “l’unico cambiamento – che avverrà senza alcuna fretta – è che il Regno Unito si libererà dall’incredibile e opaco sistema di legislazione Ue”. Cosa che non porterà minacce, ma opportunità d’oro per il Paese, di approvare leggi e tasse secondo i bisogni del Regno Unito”. Da adesso in poi, secondo il sostenitore della Brexit, “il governo potrà riprendere il controllo democratico delle politiche migratorie”, eviterà di mandare “un sostanziale ammontare di denaro a Bruxelles” per usarlo invece per le priorità del sistema sanitario nazionale e potrà “stringere accordi con le economie del mondo n crescita in un modo che attualmente è proibito”. Insomma, secondo Johnson, “c’è ogni ragione per essere ottimisti”.