Bruxelles – Dal Consiglio europeo di oggi e domani “dobbiamo uscire con qualcosa di abbastanza sostanziale, abbastanza veloce e abbastanza efficace da fare effetto sui mercati e su coloro che fanno effetto sui mercati”. Un alto funzionario Ue sintetizza gli obiettivi del difficile incontro tra i leader dei Ventisette che inizia questa sera e che nessuno si arrischia a prevedere quando finirà. Il tema è trovare nuove regole per il governo dell’economia comune che permettano di uscire dalla crisi dell’euro. Il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso (che ieri ha sentito al telefono Mario Monti) insiste che dalla riunione “dovranno uscire forti decisioni, credibili per i cittadini e per i mercati”, i quali ieri sono rimasti in prudente attesa, con le Borse europee tutte in calo (Milano ha perso l’1,24%), mentre la pressione sui titoli italiani è leggermente cresciuta riportando lo spread a 390 punti base.
Il lavoro, spiega il portoghese, sarà per “rafforzare l’Unione con una maggiore disciplina e convergenza” delle politiche di bilancio, “e siamo pronti a sostenere una modifica dei Trattati per dare più forza all’Ue”. E’ quello che chiedono Francia e Germania, che ieri hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Ue Herman van Rompuy illustrando le loro proposte. Ci sono molti dubbi sulla procedura che chiedono Nicolas Sarkozy e Angela Merkel: rivedere i Trattati, spiega un diplomatico, “è cosa lunga, complessa e rischiosa”, perché richiede il consenso di tutti i governi, prende forse due anni, deve essere approvata da tutti i Parlamenti e passare sotto le forche caudine di almeno un paio di referendum. E’ possibile, per alcuni provvedimenti, adottare una procedura “light”, che non prevede il voto dei Parlamenti, ma, secondo il diplomatico “la procedura light non sarà ritenuta sufficiente” per realizzare le richieste franco-tedesche. Merkel e Sarkozy chiedono il rafforzamento di misure che in parte già esistono, ma lo strumento di adozione sarà certamente un problema, anche perché la Gran Bretagna pretende di inserire alcune richieste, non ancora rese note ufficialmente, come una serie di “opt out” (esenzioni) ad esempio dalla regolamentazione comune dei mercati finanziari, “che non può essere presa in considerazione”, spiega una fonte. La via sarà probabilmente quella di un Patto “euro plus”, tra i diciassette dell’euro e qualche altro paese, come immaginano anche Merkel e Sarkozy.
Le richieste del duo che pesa per il 50% dell’economia dell’euro puntano a “un’architettura istituzionale più integrata ed efficace”. Tra le nuove regole la prima è quella “d’oro” del “bilancio in equilibrio”, da inserire “preferibilmente a livello costituzionale o equivalente”. I Parlamenti nazionali dovranno “impegnarsi a considerare le raccomandazioni adottate a livello europeo sulle politiche economiche e di bilancio”. Sono poi previste cooperazioni rafforzate su: regolazione finanziaria, mercato del lavoro, convergenza e l’armonizzazione delle imposte sulle società, “instaurazione di un’imposta sulle transazioni finanziarie” e delle politiche per la crescita e l’utilizzo dei fondi comunitari. Le sanzioni sarebbero, in ogni caso, semiautomatiche: potranno essere sospese solo da una maggioranza qualificata dei governi. Infine il fondo salva-stati permanente Esm dovrà essere operativo nel 2012 e funzionare a maggioranza dell’85% anziché all’unanimità, per evitare che un solo paese possa bloccare scelte di ampio consenso.