Rapporto trimestrale su occupazione e situazione sociale: i senza lavoro arrivano a 26,2 milioni, aumentano le famiglie in difficoltà.
L’economia arranca, il Pil si contrae e la situazione sociale peggiora, perché continua a crescere il numero dei senza lavoro e quindi di conseguenza cresce l’impoverimento generale. Questo, in estrema sintesi, il contenuto del rapporto trimestrale della Commissione europea sull’Occupazione e la situazione sociale nell’Ue. “In molti paesi non ci sono segni di miglioramento”, sostiene Jonathan Todd, portavoce del commissario europeo per l’Occupazione e gli affari sociali, Laszlo Andor. Le spiegazioni di queste parole le offrono i numeri: nell’ultimo trimestre del 2012 il tasso occupazionale è cresciuto in appena otto stati su ventisette, e in ben tredici si è ridotto ancora (negli altri sei è rimasto stabile, e tra questi sei c’è l’Italia). Il risultato è che a gennaio 2013 il tasso di disoccupazione nell’Unione europea ha raggiunto il 10,8% della popolazione attiva, per un totale di 26,2 milioni di persone senza posto di lavoro.
Preoccupa la situazione in Eurozona: con il periodo ottobre-dicembre 2012 “si è registrata una contrazione del tasso di occupazione per il sesto trimestre consecutivo”, rileva lo studio. Ciò porta ad avare a gennaio 2013 ben 19 milioni di senza lavoro nell’area della moneta unica, pari all’11,9% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Vera e propria emergenza sempre più disperata quella dell’occupazione giovanile: è qui che a gennaio si registra il nuovo record. In tutta l’Ue è 23,6% degli under 25 ad essere senza lavoro, per un totale di 5,7 milioni di individui. Si tratta di una quota cresciuta del 43% rispetto ai livelli pre-crisi del 2008, quando c’erano 1,7 milioni di giovani senza lavoro in meno. Ma aumentano anche i cosiddetti Neet, quanti sono fuori da mercato del lavoro, circuito formativo e sistema educativo. Oggi se ne calcolano otto milioni tra i minori di 25 anni.
I dati preoccupanti continuano: il 25,7% della popolazione fra i 55 e i 64 anni è oggi classificata come “in povertà o esclusi sociali”. In tutta Europa aumenta spaventa sempre di più la quarta settimana: sono sempre di più le famiglie a basso reddito che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Il rapporto trimestrale della Commissione registra un aumento delle difficoltà finanziarie “in Bulgaria, Danimarca, Ungheria e, soprattutto, in Italia”. Alla fine del 2012, le famiglie italiane a basso reddito in difficoltà finanziarie sono aumentate di 15 punti percentuali, il maggiore aumento registrato nell’Ue. Aumenti superiori ai 5 punti percentuali in Irlanda, Cipro, Grecia e Spagna. “Gli stati devono investire in capitale umano”, sottolinea Todd. “Dobbiamo dare lavoro, così da riportare sostenibilità” sociale.
Renato Giannetti