Roma – Se il Regno unito uscirà dall’Unione europea, ai britannici “non piacerà”: parola di Erna Solberg, leader conservatrice e primo ministro norvegese. Molti dei fautori del leave al referendum del 23 giugno sulla Brexit vedono proprio nella Norvegia – Paese fuori dall’Unione europea ma aderente allo Spazio economico europeo – il modello da seguire dopo l’eventuale decisione di abbandonare l’Ue. Ma è la stessa Solberg, intervistata da Politico, ad ammonire chi pensa che rimanere solo con mezzo piede dentro sia una passeggiata.
Con la Brexit, avverte la norvegese, il Regno unito perderebbe influenza a Bruxelles, verrebbe relegato in un angolo ai meeting sulle politiche di difesa e dovrebbe comunque accettare alcune regole europee per mantenere l’accesso al Mercato unico, ma senza avere voce in capitolo quando queste regole vengono stabilite.
“Questo tipo di relazioni sarebbe difficile per la Gran Bretagna – prosegue Solberg – perché Bruxelles deciderebbe senza che i britannici possano partecipare al processo decisionale”. Un fatto di non poco conto, che sembra pesare molto al capo dell’esecutivo di Oslo, la quale descrive come “lobbyng” l’attività che i funzionari del suo governo sono costretti a fare per cercare di influire in qualche modo sulle decisioni europee.