Bruxelles – Un’epoca sta per finire. È quella dei vecchi modelli per i rifornimenti di energia, del carbone, dei combustibili fossili e della povertà energetica. Questi scenari “stanno per cambiare”. L’ha ribadito più volte il commissario per l’azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della Sustainable Energy Week di Bruxelles. Perché “se il 2015 è stato l’anno degli impegni ambiziosi, il 2016 è quello in cui rendere le politiche ambiziose in linea con quegli impegni”.
Al centro del nuovo modello ci saranno i consumatori, in particolare i cittadini che pagano bollette troppo care. Sono quelle stesse persone che non sono in grado di analizzare le offerte energetiche in modo da poter scegliere la migliore sul mercato. “Vogliamo dare maggiori strumenti ai cittadini perché prendano il controllo dell’energia che consumano e che producono. L’era dei consumatori tradizionali è quasi al capolinea”, ha detto il commissario.
Per raggiungere un sistema dove i consumatori possano essere parte attiva, servono nuove tecnologie, investimenti e progetti pensati a misura di cittadino. “Senza lasciare indietro nessuno”, ha detto Cañete. Il Commissario ha ricordato che, secondo un’analisi della Commissione, ci sono 54 milioni di europei che vivono in condizioni di povertà energetica, cioè con prezzi troppo alti e rifornimenti energetici bassi, se non insufficienti.
“Non è giusto che una persona debba scegliere se mangiare o riscaldarsi”, ha sottolineato anche Theresa Griffin, eurodeputata S&D impegnata nella commissione industria ed energia. L’obiettivo a breve termine, in questo senso, è quello di creare un osservatorio sulla povertà energetica in modo che gli Stati membri possano scambiarsi informazioni e agire insieme.
L’altro fronte su cui lavorare, è quello delle costruzioni. Gli edifici rappresentano una sfida, oltre che uno dei maggiori settori di consumo energetico. Convertirli per renderli più innovativi in modo che risparmino energia è l’obiettivo dell’Ue. “Il mercato energetico non è ancora abbastanza competitivo”, ha ricordato la Griffin, “ma c’è un potenziale infinito. Basti pensare che per ogni 1% di risparmio energetico possono essere rinnovati 3 milioni di case e 7 milioni di persone possono uscire dalla povertà energetica”.
Nulla di tutto questo potrà essere realizzato senza un adeguato sistema di finanziamenti. “L’Europa non si è messa in gioco per troppo tempo, per varie ragioni, prima su tutte la crisi economica. Ma ora è il momento di cambiare”, ha spiegato Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione Ue con deleghe a Crescita e lavoro. Con il Fondo europeo per gli investimenti strategici il commissario pensa di riportare l’Europa a un ruolo di leadership sul piano internazionale, soprattutto nel settore energetico che è quello con il maggior numero di investimenti e di posti di lavoro creati nell’ultimo anno. Tant’è che “70 miliardi di euro sono già stati destinati a progetti energetici”.
Gli esempi di successo non mancano: dalla regione francese dell’Ile de France, nei dintorni di Parigi, dove si sono ammodernate circa 40mila case per ridurre i consumi energetici, fino alle coste scozzesi dove entro il 2019 verranno istallate nuove turbine in grado di provvedere al rifornimento di energia di centinaia di abitazioni. La sfida più grande rimane quella di riuscire a incanalare le risorse nei progetti locali, creare dialogo tra istituzioni europee e governi. E l’Italia in questo senso, rappresenta un buon esempio, dice Katainen: “Già 28 banche hanno scelto di siglare un accordo con l’Ue per supportare piccole e medie imprese”.