Secondo il Cese ogni anno nell’Ue 89 milioni di tonnellate di alimenti finiscono nella spazzatura
“Gli sprechi arrivano fino al 30% del totale, soprattutto in tempi di crisi è inaccettabile”
In un periodo di crisi economica, con la disoccupazione ai più alti livelli dal dopoguerra, mentre 79 milioni di cittadini europei vivono al di sotto della soglia di povertà e 16 milioni dipendono dagli aiuti alimentari, 89 milioni di tonnellate di cibo rimangono inutilizzati e finiscono buttati nella spazzatura ogni anno. Il Comitato economico e sociale (Cese) ha invitato la Commissione Europea a porre nell’agenda politica questo fenomeno.
Secondo il Cese, è importante adottare, a livello europeo, una strategia coordinata che combini misure Ue e nazionali per rendere più efficienti le catene di approvvigionamento e di consumo e per affrontare al più presto il problema degli sprechi. Non si tratta solo di sicurezza alimentare e dell’uso efficiente delle risorse, ma anche di dare una risposta a un problema sociale che preme sempre di più.
“Questa situazione è inaccettabile. Purtroppo la crisi in atto ha aumentato il numero di coloro che dipendono dall’assistenza sociale, ma al tempo stesso ha ridotto le risorse delle banche alimentari, sebbene il fabbisogno sia drammaticamente cresciuto” ha dichiarato Yves Somville (gruppo Attività diverse, Belgio), relatore del parere Cese sul tema ‘Prevenzione e riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari’. Secondo Somville “è paradossale, ma nell’UE ogni anno fino al 30% degli alimenti di famiglie, supermercati, ristoranti e lungo la catena di approvvigionamento finisce sprecato. Dobbiamo intervenire per porre fine a questo fenomeno”.
In alcuni Paesi sono iniziate pratiche di trasferimento di prodotti dai settori del commercio di alimenti e della ristorazione alle banche alimentari, iniziative di incentivazione fiscale, l’esonero dalle responsabilità per i donatori o la rimozione di vincoli amministrativi. È necessario, secondo Somville, creare piattaforme per condividere e studiare buone pratiche di lotta agli sprechi.
In Italia è interessante il risultato dello studio condotto da Last Minute Market e Alma Mater Università di Bologna (dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari), insieme all’Istituto per la salute e la protezione dei consumatori del Joint Research Centre (servizio scientifico della Commissione europea) e il Karlsruhe fur Technologie. Dai comportamenti dei cittadini italiani emerge che il 14% butta cibo in spazzatura anche 1-2 volte la settimana, mentre il3% lo fa anche più spesso. Una cattiva valutazione al momento della spesa al supermercato, una non corretta conservazione degli alimenti, o cibo cucinato in abbondanza e non riutilizzato sono complici di un così grande spreco nelle nazioni ricche, mentre in quelle povere si continua a morire di fame.
E tutto ciò ha un costo elevato: oltre 6 italiani su 10 sprecano ogni settimana fino a 5 euro (il 64%), il 22,5% butta alimenti per un valore tra 6 e 20 euro, e il 3% fa finire nella spazzatura oltre 20 euro alla settimana, pari ad almeno 80 euro al mese.
Irene Giuntella