Bruxelles – La Turchia deve fare dietro-front rispetto alla sua decisione di togliere a 138 dei suoi deputati, la maggior parte dei quali curdi, l’immunità parlamentare. A chiederlo è il Parlamento europeo che ha duramente criticato il provvedimento, ratificato ieri dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, definendola una minaccia allo stato di diritto e alla libertà di espressione.
Durante un dibattito con il commissario europeo per l’allargamento dell’Ue e la politica di vicinato, Johannes Hahn, gli eurodeputati hanno descritto il provvedimento come un tentativo del presidente Erdoğan di mettere a tacere l’opposizione, per poter cambiare la costituzione e ampliare i poteri presidenziali. Tutto il contrario di quanto prescritto dalla “stabilità delle istituzioni” necessaria per entrare a far parte dell’Unione europea. Gabi Zimmer, presidente del gruppo Gue/Ngl del Parlamento europeo, ha dichiarato che “si tratta di uno sforzo concertato per spingere il sistema politico verso un sistema presidenziale e autocratico. Il parlamento dominato dal partito Akp, al governo, sta abusando del potere della democrazia turca – e ciò sta avendo effetti sul modo in cui i membri possono esprimere le loro opinioni e rappresentare i loro cittadini”.
I negoziati per l’ingresso del Paese nell’Ue, che si trascinano da molti anni, rischiano di incagliarsi definitivamente. L’eurodeputato del gruppo Alde, Alexander Lambsdorff, ha lamentato che il provvedimento va contro i valori democratici europei: “Utilizzare mezzi incostituzionali per perseguire un obiettivo politico è chiaramente in contrasto con i valori democratici europei, come ad esempio la separazione dei poteri, il pluralismo e lo stato di diritto”. Il commissario Hahn ha ricordato che l’Unione europea ha dimostrato la sua volontà di ri-energizzare l’impegno con la Turchia, fornendo sostegno politico e finanziario, ma questa non è una strada a senso unico. I deputati di tutti i gruppi parlamentari hanno condiviso la condanna contro la decisione della Turchia e hanno richiamato il Paese al rispetto dello stato di diritto, della libertà di espressione e alla protezione dei diritti delle minoranze.
Erdoğan ha accusato il partito filo-curdo Hdp, Partito democratico del popolo, il terzo più grande nel Parlamento, di essere il braccio politico dei militanti che, ormai da quasi 30 anni, hanno intrapreso insurrezioni in gran parte del sud-est curdo della Turchia. L’Hdp nega di avere legami con i militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), dichiarato fuorilegge, ma la revoca dell’immunità potrebbe portare all’incarcerazione di molti suoi membri, in conseguenza alle opinioni che hanno espresso.