Francia, record storico per le domande d’asilo
In Francia, secondo un rapporto dell’Office français de protection des réfugiés et apatrides (OFPRA) ripreso da Le Monde, l’aumento dei dossier relativi alle richieste di asilo nel 2015, pari al 23,6%, e quello nei primi cinque mesi del 2016, pari al 18%, impallidiscono di fronte alle percentuali europee – che hanno registrato un aumento del 123% nel solo anno scorso. Eppure, per quanto nettamente inferiori a quelle UE, queste sono comunque cifre record: era dal 1990 che non si registravano tanti arrivi (26.818), e non erano mai state approvate tante domande (il 31,5% dei richiedenti hanno infatti ottenuto l’asilo).
92 minuti per vivere o morire
Un reportage di El País dalla Dignity, nave attualmente nelle acque mediterranee con funzione di salvataggio migranti: di proprietà di Medici Senza Frontiere, è pronta a trarre in salvo i migranti dalle misere barche o gommoni sui quali affrontano l’avventura della traversata. Il bel tempo fa alzare il numero di chi tenta di raggiungere le coste italiane – quelle greche sono ormai poco desiderate a causa del nuovo accordo dell’UE con la Turchia: l’anno scorso erano arrivate 850.000 persone in Grecia, contro i circa 150.000 in Italia. Ora i migranti pagano da 500 a 1200 euro ai trafficanti in Libia: solo nel primi mesi di quest’anno, siamo già a 48.000 persone arrivate sulle nostre coste.
Verso la Brexit?
Secondo Peater Eavis del New York Times, gli elettori si starebbero orientando verso la Brexit, e ciò sarebbe dovuto principalmente al dibattito attorno all’immigrazione. Anche se dal punto di vista economico l’UK trae beneficio dall’arrivo degli immigrati, che pagano molto di più in tasse di quanto ricevano in benefit, e che sono necessari al Regno Unito ora più che mai vista la grande richiesta di lavoratori qualificati (il tasso di occupazione, pari al 74,2%, è il più alto mai registrato dal 1971, cioè da quando si è iniziato a lavorare su statistiche comprabili sul tema). Ma la questione dell’immigrazione tocca da vicino quella della sovranità…e forse troppi pensano di essere ancora ai tempi dell’Impero.
Mi chiamo Aiag e vengo dall’Africa
“Mi chiamo Aiag e vengo dall’Africa; io e la mia famiglia siamo venute in Italia. Ho chiesto alla mia mamma perché ora siamo qui e non in Africa, lei mi dice che è per una cosa chiamata guerra; penso che l’uomo abbia perso la voglia di vivere e che non sappia più amare, ma non l’ho detto a mamma perché il suo viso si era riempito di lacrime ed erano come lacrime indelebili che avevano macchiato il suo cuore.” Ecco il tema composto da Gaia, 11 anni, che si è messa nei panni di una sua coetanea e di sua madre, in un viaggio della speranza verso l’Italia, pubblicato su Repubblica.
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