Bruxelles – La sinistra deve abbandonare i “riflessi condizionati paternalistici” perché nella società di oggi “questi atteggiamenti non funzionano più”. È un invito a cambiare e a modernizzarsi quello lanciato dal primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, al forum annuale di Progressive economy, il think tank legato al gruppo dei Socialisti & democratici al Parlamento europeo. Per Timmermans bisogna “abbandonare l’illusione che la società si può autogestire”, come credono i sostenitori del libero mercato assoluto, “ma anche quella che lo Stato si può occupare di tutto”, come tende a fare certa sinistra, e per farlo bisogna innovare “il ruolo del settore pubblico e la sua interazione con il privato”. “Siamo in una società post paternalistica ma partiti come il nostro hanno ancora riflessi condizionati paternalistici che dobbiamo superare, dobbiamo cambiare il nostro modo di fare politica”, e capire che oltre allo Stato “ci sono altri strumenti”.
Al forum sono stati premiati i migliori paper che hanno partecipato alla call di quest’anno, tra questi quello di Thomas Fazi, curatore di Oneuro, e Guido Iodice sull’Unione economica e monetaria. Un paper critico sull’Unione stessa che parlava di “decentramento come stimolo economia progressista”, con “un approccio originale al tema” e “proposte molto stimolanti”, ha affermato nel consegnare il riconoscimento Peter Bofinger, professore di economia e membro del Consiglio di esperti economici della Germania.
Nel suo intervento al forum Bofinger ha criticato le attuali regole fiscali dell’Unione europea che “sono pensate per uno Stato non considerato investitore”. Nello specifico il professore ha criticato il suo Paese “non sa usare fondi in maniera produttiva e finanziare progetti che guardano al futuro”. La Germania, ha continuato, “non sta agendo bene per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine mentre la Francia”, eppure secondo le regole fiscali comunitarie troppo stringenti e basate solo sui calcoli numerici “ci si concentra solo sul disavanzo ma manca una visone sull’orientamento futuro”, e così “ci sono Paesi virtuosi che però in realtà non lo sono”.