Roma – “Il migration compact va bene”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rivendica l’apprezzamento del G7 per la proposta che il governo italiano ha presentato all’Ue sul tema dell’immigrazione, definito una “sfida globale” anche dai grandi della Terra. Ora però, indica prima di tornare in Italia dal Giappone dove si è svolto il summit, “bisogna passare dalla fase della condivisione a quella della concretezza”.
Gli apprezzamenti sono graditi, dunque, ma inutili se non si passa all’azione. Su questo l’inquilino di Palazzo Chigi lancia il suo appello ai 27 partner europei: “Speriamo che da qui al prossimo Consiglio europeo, tra un mese, la questione non sia solo un tema sul tavolo ma ci sia qualche segnale concreto dell’Ue”.
Questa fase di “concretizzazione” delle proposte italiane – che prevedono accordi tra l’Unione europea e i Paesi di origine e transito, soprattutto in Africa, per ridurre i flussi migratori – può essere attivata in tempi rapidi, secondo il capo dell’esecutivo, il quale indica negli Stati “della fascia sub sahariana interessati a collaborare con l’Ue” quelli con cui si può iniziare a realizzare accordi, a cominciare dal Niger. “Nel frattempo, l’Italia non smette” di cercare “intese bilaterali con quei Paesi”, segnala Renzi, “ma riteniamo che se questi accordi li fa l’Unione europea è meglio”.
Il titolare della Presidenza del Consiglio torna poi a rifiutare l’interpretazione di chi parla di una nuova emergenza legata a un aumento di sbarchi in Italia dal Mediterraneo. Anche considerando gli arrivi in crescita negli ultimi giorni, dice, “non solo non c’è ancora un aumento rispetto al 2014”, anno record di ingressi nel nostro Paese, “ma neppure rispetto al 2015”. Dunque, definire quanto sta avvenendo “emergenza” è quantomeno “prematuro” secondo il premier.