Roma – “Conosciamo la situazione dell’Italia, e vediamo che compie notevoli sforzi anche per le riforme strutturali, sulle norme d’insolvenza e altro. Abbiamo l’impressione che sia sulla buona strada e ne sosteniamo il percorso”. Sono parole che ci si aspetterebbe di sentire dal commissario agli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, o perfino dal presidente Jean Claude Juncker, un popolare che però ha mostrato sensibilità verso le richieste di allentamento del rigore avanzate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Invece è un falco del rigore a pronunciarle: il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.
L’esponente dell’esecutivo di Angela Merkel sembra irriconoscibile nella conferenza stampa con i giornalisti esteri organizzata oggi a Berlino. Non è neppure infastidito dalla flessibilità concessa all’Italia per la Legge di stabilità 2016 – seppur con delle serie riserve per il 2017 – con le raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione Ue. “Non sono state ancora discusse in maniera approfondita” dai 28, ha premesso, “ma non ho sentito critiche al riguardo e anche io non ne ho fatte”.
Nessuna obiezione, dunque, sull’atteggiamento benevolo riservato dall’esecutivo comunitario al bilancio italiano. Il falco tedesco, almeno per ora, sembra aver deposto le armi del rigore. Perché proprio adesso? E’ vero che da qualche tempo la linea tedesca collezione sconfitte su sconfitte in Europa, ma, sarà un pensiero maligno, viene da pensare a una molto pragmatica cortesia nei confronti di Renzi nel momento in cui la campagna per le amministrative del 5 giugno entra nel clou.
Si tratta di un importante passaggio elettorale che, anche se il premier tende a sminuirla, ha una chiara valenza nazionale. Non fosse altro perché si vota in oltre 3mila comuni, incluse le città più popolose come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, solo per citarne alcune. Se Renzi prendesse un’imbarcata si indebolirebbe, ed è evidente che Schaeuble non lo vuole. Segno che, pur avendo una visione economica lontana anni luce da quella renziana, il ministro di Merkel teme di più un’ascesa del Movimento cinque stelle. Meglio doversi confrontare con chi chiede un allentamento del rigore, deve essere il pensiero di Schaeuble, che non con chi vuole uscire dall’Euro.
Sul fatto che il confronto tornerà, anche duro, è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a togliere ogni dubbio. Partecipando al Forum della Pubblica amministrazione, infatti, il titolare di via XX Settembre è tornato a esprimere la posizione del governo italiano sulle regole europee di bilancio: “Si rispettano tutte finché sono in vigore”, ma ciò non toglie che si discuta “anche con forza su come cambiarle”. Lo scontro è dunque destinato a riprendere, ma dopo la campagna elettorale.