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    Home » Economia » La Commissione prova a riordinare i servizi media audiovisivi, ma restano punti aperti

    La Commissione prova a riordinare i servizi media audiovisivi, ma restano punti aperti

    Ansip: "Il mio intento è che le piattaforme online, il settore creativo e l'audiovisivo diventino forze trainanti dell'economia digitale; non voglio che siano appesantiti da norme inutili o superate”

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    25 Maggio 2016
    in Economia
    I commissari Andrus Ansip, Elżbieta Bieńkowska, Günther Oettinger e Vĕra Jourová

    I commissari Andrus Ansip, Elżbieta Bieńkowska, Günther Oettinger e Vĕra Jourová

    Bruxelles – E’ una proposta che lascia aperti alcuni aspetti controversi quella presentata oggi dalla Commissione europea per aggiornare la direttiva sui servizi di media audiovisivi. L’obiettivo dichiarato di Bruxelles rimane quello di creare condizioni più eque per tutti gli operatori, promuovere i film europei, tutelare i minori, contrastare più efficacemente l’incitamento all’odio, e promuovere un nuovo approccio alle piattaforme online nell’intento di rispondere alle sfide poste da ciascun settore. Alcune proposte legate alla pubblicità e alla tutela delle produzioni europee non hanno però convinto tutti.

    “Il mio intento è che le piattaforme online, il settore creativo e l’audiovisivo diventino forze trainanti dell’economia digitale; non voglio che siano appesantiti da norme inutili o superate” ha dichiarato il vicepresidente per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip. Questo “significa anche deregolamentare, se necessario, settori tradizionali come la radiodiffusione o estendere determinati obblighi alle piattaforme e ad altri operatori digitali per migliorare la protezione degli utenti e garantire parità di condizioni” ha continuato.

    Nuove regole per le piattaforme online

    Le piattaforme che organizzano e classificano grandi quantità di video, come Netflix e Youtube, dovranno tutelare i minori da contenuti nocivi (come la violenza e la pornografia) e proteggere tutti i cittadini dall’incitamento all’odio. Fra le misure dettagliate, strumenti che consentano agli utenti di segnalare contenuti illeciti, sistemi di verifica dell’età e sistemi di controllo genitoriale. Per far sì che le misure siano efficaci, la Commissione inviterà tutte le piattaforme per la condivisione di video a collaborare nell’ambito dell’Alleanza per una migliore tutela dei minori online, al fine di elaborare un codice di condotta per il settore. E i regolatori nazionali del settore audiovisivo non si occuperanno semplicemente di autoregolamentazione, ma avranno il potere di far rispettare le norme e imporre sanzioni.

    Più investimenti nel ‘made in Ue’

    La Commissione vuole che le emittenti televisive continuino a riservare almeno metà del tempo di trasmissione alle opere europee e obbligherà i fornitori di servizi a richiesta a garantire almeno il 20% di opere europee nei loro cataloghi. La regola riguarderebbe anche le piattaforme online, ma c’è chi teme che questo obbligo possa spingerle a comprare serie europee di bassa qualità pur di rispettare le nuove norme, a discapito dell’offerta per i consumatori.

    Nuove regole per la pubblicità

    E’ forse l’aspetto più controverso della nuova proposta. La Commissione vuole dare più flessibilità alle emittenti su quando trasmettere gli annunci, per questo il limite del 20% di pubblicità per ogni ora di trasmissione si dovrebbe trasformare in un limite complessivo del 20% tra le 7 e le 23. Secondo i più critici su questo aspetto, le emittenti potrebbero decidere di inondare di pubblicità le fasce orarie con più audience (e quindi più redditizie), come la prima serata, lasciando invece scoperte le fasce mattutine. L’esecutivo comunitario, però, replica alla critica sostenendo che il mercato si regolerà da solo e che numerose analisi d’impatto hanno mostrato che non è interesse delle emittenti abusare della norma proposta, per non causare una fuga dei telespettatori verso altri canali o verso l’on-demand.

    Tags: Ansippiattaforme digitaliservizi media audiovisivi

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