Gianni Pittella e Anna Maria Darmanin hanno incontrato gli studenti di nove Paesi membri
Ne sono nate delle proposte che ora proveranno a trasformare in provvedimenti dell’Unione
Elezione diretta del Presidente della Commissione, un servizio pubblico di collocamento a livello europeo, standardizzare i diritti civili, sociali e politici dei diversi Paesi membri, creare un programma universitario comunitario di 4 anni da svolgere in 4 nazioni differenti e infine mettere in piedi una televisione pubblica europea. Sono le “5 idee per un’Europa più giovane” che hanno raccolto tra gli universitari di diverse nazioni dell’Ue Gianni Pittella, primo vicepresidente del Parlamento europeo, e Anna Maria Darmanin, vicepresidente del Comitato economico e sociale europeo, idee che sono state pubblicate sul sito di Debating Europe.
Queste proposte rappresentano la fase conclusiva di un progetto che ha visto i due vicepresidenti girare, a partire dall’autunno del 2011, nelle università di Leeds, Malta, Calabria, Salerno, Barcellona, Varsavia, Salisburgo, Bruxelles, Firenze, Corsica e Zagabria, per incontrare gli studenti e raccogliere le loro opinioni.
Un dibattito continuo che è proseguito anche ieri quando Pittella e Darmanin, nella tappa conclusiva di questo ‘tour’, hanno discusso le 5 idee al Cese con gli stagisti delle istituzioni Ue, i quali hanno detto la loro, apprezzando, criticando o aggiungendo altri suggerimenti. Un dibattito che è stato amplificato dai social media, con una diretta Twitter raccolta attorno all’hashtag #5ideas. Una giovane portoghese in sala ad esempio ha spiegato: “È il secondo tirocinio che faccio, il primo retribuito. L’altro ho potuto farlo solo grazie al sostegno economico della mia famiglia, un sostegno che altri giovani della mia età purtroppo non possono avere. E questo crea una disparità nelle condizioni di partenza che l’Ue dovrebbe eliminare”.
“In Paesi come Spagna e Italia gli studenti hanno criticato l’Europa per le politiche di austerità che hanno massacrato lo stato sociale e ridotto le opportunità di lavoro, formazione, istruzione in gran parte degli Stati membri” ha spiegato Pittella secondo cui “tutto questo deve finire”. “Noi dovremmo investire sulla formazione e invece quest’anno ci siamo dovuto battere, come Parlamento, contro quegli Stati che non volevano finanziare l’Erasmus, è assurdo”. Pittella ha lanciato perciò l’idea di creare un Erasmus universale: “Quando fui relatore del bilancio creammo quello per giovani imprenditori, ora dobbiamo allargarlo a tutti i cittadini dai 16 fino ai 35 anni, siano essi impiegati, poeti, sportivi o quant’altro, perché scambiarsi esperienze, viaggiare è una maniera di arricchirsi”.
“L’Europa è un luogo di opportunità, e un’Europa più unita è un luogo di infinite opportunità. Purtroppo è difficile capirlo se si è un giovane disoccupato o se si fa un lavoro non collegato ai proprio studi. Questi sono problemi seri che dobbiamo essere capaci di affrontare” ha affermato Darmanin. “Dobbiamo lavorare insieme per costruire una società in cui ogni ragazzo senta di poter dire ‘sono fiero di essere europeo’”. La vicepresidente del Cese, che si è dimostrata davvero ‘multitasking’, interagendo sia con i giovani in sala, sia con quelli che le scrivevano su Twitter, ha detto ai ragazzi: “So che cambiare le cose non è facile, voi avete detto che bisognerebbe riscrivere la Costituzione ma che avete paura che i Governi o i referendum la boccerebbero in un periodo di disaffezione per l’Ue. Ebbene io vi dico accettate questa sfida, perché nelle vostre mani avete un potere senza limiti, basta solo che lo vogliate. Questo è il nostro momento, il momento dei cittadini”.
“È sicuramente un progetto positivo che impiega le energie giovanili europee per la creazione di una federazione che vada al di là dell’austerità – commenta Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto – Come al solito, però, manca l’idea regina: la lingua federale europea”. Lingua che secondo Pagano dovrebbe essere l’Esperanto, che è “un lingua di salvaguardia della diversità linguistica e culturale del pianeta”.
Per fare in modo che gli stimoli raccolti possano diventare qualcosa di concreto il vicepresidente Pittella si è innanzitutto ripromesso di raccogliere i volti e le idee raccolte in questi due anni di viaggi in un libro, e poi di scrivere una lettera ai Presidenti del Parlamento e della Commissione Ue per sottoporgli le proposte giunte dai giovani europei. Il vicepresidente ha infine lanciato una sfida ai ragazzi: “Il Trattato di Lisbona vi permette di proporre un’iniziativa di legge raccogliendo un milione di firme. Un obbiettivo ambizioso ma fattibile. Create un comitato per trasformare queste idee in un referendum e io e Darmanin vi sosterremo in ogni modo”.
Alfonso Bianchi
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