Bruxelles – L’accordo tra la Grecia e i creditori sulla prima revisione del programma è “un successo importante per il Paese e per l’Europa”. Per il ministro delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan, il “sentiero è ancora difficile e duro che ha ancora molti passi da fare ma va nella direzione giusta”. La cosa importante per Padoan è che “che ci sia un accordo che tutte le parti condividono che sia sostenibile”, grazie a una “combinazione di politiche strutturale e fiscali con il finanziamento delle istituzioni internazionali”. Certo, ha riconosciuto il ministro, “nessuno dirà che è perfetto essendo frutto di un compromesso”, ma, ha ribadito, è “sostenibile”, in quanto “si pongono le condizioni per la Grecia per poter uscire dalla situazione di crisi permanente in cui si è trovata negli scorsi anni”.
Per Padoan “quando la Grecia potrà tornare a indebitarsi sul mercato, sarà il segnale di una ritrovata fiducia e si svilupperà circolo vizioso positivo, e anche il sistema bancario ricomincerà a funzionare”.
Sui dibattiti tra gli Stati e il Fondo monetario internazionale, con quest’ultimo che voleva un intervento sul debito più deciso e che partisse da subito, e diversi Paesi (Germania in primis) che hanno insistito per rimandare la questione al 2018, Padoan non ha voluto fornire molti dettagli, limitandosi a dire di pensare che “la scelta del reprofiling del debito è più che sufficiente”, e la Grecia “grazie a riscadenzamento e alla rinegoziazione eventuale è sul sentiero di sostenibilità”, a patto però “che si implementino in modo chiaro le misure strutturali e l’aggiustamento fiscale”. In Eurogruppo, ha spiegato il ministro, “si è superata la contrapposizione” tra chi voleva un target del 3,5% del surplus primario, e chi credeva che sarebbe stato sufficiente anche l’1,5 ma se accompagnato da misure sul debito più incisive. La prima ipotesi è stata quella prevalente visto che per la secondo “vari Paesi erano contrari”.