L’Europarlamento vuole provvedimenti più severi contro partite truccate e scommesse illegali
Platini chiede “una indispensabile collaborazione tra autorità pubbliche e governo dello sport”
Con una risoluzione votata recentemente a Strasburgo gli eurodeputati all’unanimità sollecitano un più massiccio intervento dell’Europa e un approccio comunitario nella tutela del Fair Play sportivo. Un migliore coordinamento degli sforzi e sanzioni comuni all’interno dei paesi Ue: questa la ricetta per vincere il “gioco sporco”.
L’allarme era stato lanciato a gran voce dal numero uno della Uefa Michel Platini che nei mesi scorsi aveva esortato anche il Consiglio d’Europa ad “incoraggiare gli stati membri a criminalizzare le frodi sportive” promuovendo “la cooperazione indispensabile tra le autorità pubbliche e gli organi di governo sportivo” nella lotta alle partite truccate e alle scommesse illegali. Un giro d’affari, questo, che secondo Salvatore Iacolino, relatore permanente della Commissione speciale per la lotta contro la criminalità organizzata del Parlamento Europeo, vale cento miliardi di euro l’anno.
“Il calcio europeo è spaventato e penso di poter dire che tutto lo sport europeo sia preoccupato. La crescita del numero delle partite truccate in relazione alle scommesse è allarmante, specialmente perché è un problema dal quale nessuno sport e nessun paese è immune”. Così il Presidente della Uefa aveva espresso la sua preoccupazione per la compravendita di partite da parte di organizzazioni criminali: un fenomeno di natura internazionale che trova nel calcio il suo ambito di preferenza.
Platini, in passato, aveva sollevato la questione anche a Cracovia in occasione del discorso tenuto davanti al consiglio informale dei ministri Ue dello sport, denunciando come “situazione intollerabile” il fatto che “ormai non passa settimana senza che qui o lì ci sia notizia di partite truccate” invitando nuovamente le autorità ad intervenire: “Chiedo il riconoscimento di un diritto: quello del calcio europeo di non correre il rischio di diventare vittima, se non schiavo, delle scommesse online e del crimine organizzato” aveva detto.
L’appello di Platini è stato favorevolmente accolto dal Parlamento europeo che ha proposto una scaletta di provvedimenti focalizzati ad un approccio europeo al problema. Il documento chiede innanzitutto la condivisione dei nominativi delle persone coinvolte in casi di corruzione poiché ciò contribuirà ad evitare che le attività illegali una volta svelate vengano semplicemente spostate in un altro paese Ue.
In secondo luogo, al fine di poter applicare correttamente il diritto comunitario nel settore sportivo, gli Stati membri dovranno istituire unità investigative comuni contro i siti di scommesse illegali su tutto il territorio comunitario. Ma l’accento è stato posto sul fatto che un migliore e più efficiente scambio di informazioni attraverso la condivisione degli strumenti e il coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella lotta contro le partite truccate – comprese le organizzazioni sportive, la polizia, le autorità giudiziarie e gli operatori del gioco d’azzardo – è indispensabile al fine di combattere la corruzione nello sport.
La Commissione europea che dovrà occuparsi – come richiesto dal documento – anche di individuare i paesi terzi che ospitano i cosiddetti “paradisi asiatici di gioco” è impegnata, proprio in questi giorni a far luce sul caso delle cinque società olandesi (tra cui il Psv Eindhoven) accusate di aver ricevuto “sotto banco” somme di denaro dalle amministrazioni locali. Le presunte infrazioni risalirebbero al 2010 e al 2011, quando i club avrebbero ricevuto svariati milioni di euro dalle rispettive municipalità nell’ambito di transazioni che non sarebbero state comunicate all’Esecutivo Ue. Una faccenda, quella olandese, che si sta facendo seria e che pare più grave rispetto ai precedenti casi di violazione del Fair – play finanziario poiché coinvolge istituzioni statali e soldi pubblici. “Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di cittadini e compagnie di vari Stati europei, che denunciano la concessione di aiuti di denaro pubblico a società calcistiche. Al momento non possiamo divulgare l’identità di chi ha inoltrato la denuncia, e tanto meno dei club coinvolti. Alcune di queste lettere si sono rivelate prive di fondamento; in altri casi, invece, verranno condotte delle indagini preliminari”, hanno spiegato a Bruxelles.
Loredana Recchia