Bruxelles – Stop degli Stati membri al tentativo della Commissione europea di rinnovare per nove anni l’autorizzazione nell’Ue del Glifosato, il principio attivo dell’erbicida totale Roundup della Monsanto, il più usato al mondo, al centro di una controversia scientifica sulla sua possibile (o probabile) cancerogenicità.
La richiesta di ri-autorizzare il Glifosato, che la Commissione ha sottoposto ieri e oggi a Bruxelles al Comitato permanente Ue su piante, animali, alimenti e mangimi (in cui siedono e votano gli esperti di tutti gli Stati membri), non ha raccolto l’adesione di un numero di rappresentanti nazionali sufficiente a garantire per la maggioranza qualificata, e l’Esecutivo Ue ha deciso di non procedere al voto formale.
Secondo fonti diplomatiche a Bruxelles, 19 Stati membri hanno indicato il loro sostegno, mentre la Francia e (in modo meno determinato) l’Italia si sono dichiarati contrari, e altri sette paesi hanno indicato che si sarebbero astenuti (Germania, Portogallo, Svezia, Slovenia, Lussemburgo, Austria e Grecia).
L’Esecutivo comunitario starebbe ora pensando, secondo quanto hanno riferito le fonti, a una possibile proroga provvisoria dell’attuale autorizzazione, che scade a fine giugno, in attesa di un rapporto sul Glifosato che l’Agenzia europea per la valutazione delle sostanze chimiche, con base a Helsinki, sta preparando, e che dovrebbe essere pronto entro due anni.
Il Glifosato è stato giudicato un anno fa come “probabilmente cancerogeno” dallo Iarc, un gruppo di ricercatori che lavora per l’Organizzazione mondiale della Sanità, ma l’Autorità Ue di Sicurezza alimentare di Parma (Efsa) ha clamorosamente smentito quelle conclusioni, valutando come “improbabile” di rischio di cancerogenicità dell’erbicida.
Il Parlamento europeo ha chiesto, a sua volta, di limitare a sette annni la ri-autorizzazione, e di limitare la vendita del Glifosato alle sole aziende agricole, vietandone anche l’applicazione nei parchi pubblici e negli spazi urbani.
Il governo francese ha preso posizione ieri contro la ri-autorizzazione, considerando che che il Glifosato, indipendentemente dalla controversia sulla sua eventuale cancerogenicità, è un probabile perturbatore endocrino.
In base alle regole Ue della “comitologia”, che si applicano in questo caso, la Commissione ha il potere di procedere al rinnovo dell’autorizzazione anche se ha contro la maggior parte degli Stati membri, a condizione che non vi sia una maggioranza qualificata contraria. Ma questa volta, vista la delicatezza della questione, l’attenzione dell’opinione pubblica e il rischio di essere accusato di decidere contro la salute dei cittadini, l’Esecutivo comunitario ha detto chiaramente di non avere l’intenzione di forzare la mano, e ha annunciato che ri-autorizzerà il Glifosato solo se riuscirà a raccogliere la maggioranza qualificata a favore.
A questo fine, Bruxelles dovrebbe ora modificare la propria proposta in senso più restrittivo, in modo da convincere almeno una parte degli Stati membri che oggi, se avessero votato, si sarebbero astenuti od opposti.
Lorenzo Consoli per AskaNews