Roma – Sul migration compact, la proposta italiana all’Ue per la gestione dei flussi migratori, “c’è un largo ottimismo”, ma è necessario che questo si traduca in “un pacchetto di decisioni” da approvare già nella riunione del Consiglio europeo di giugno. È quanto il ministro degli Esteri chiede ai partner dell’Unione europea per evitare che il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo centrale “abbia impennate nei prossimi mesi”.
Il titolare della Farnesina lo ha spiegato ai giornalisti a margine della prima Conferenza ministeriale Italia-Africa, alla quale sono accorsi rappresentanti di 52 Paesi. “L’Europa si è impegnata sulla rotta balcanica con un investimento molto rilevante, che l’Italia ha condiviso”, ha ricordato Gentiloni riferendosi all’accordo Ue-Turchia. Ora si deve intervenire sul fronte degli arrivi attraverso la Libia, a suo avviso, e bisogna farlo con “un impegno diverso” perché “la situazione in Africa è più complessa”.
Secondo il capo della diplomazia italiana, “non si tratta solo di utilizzare fondi della cooperazione” internazionale”. Suggerimento proposto dal cancelliere tedesco Angela Merkel nella sua recente visita a Roma, durante la quale aveva confermato il no di Berlino all’ipotesi di eurobond per finanziare accordi di cooperazione con gli Stati africani sulla scia di quello stipulato dall’Ue con Ankara.
Gentiloni ritiene si debbano “individuare 7-8 Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno, con i quali ingaggiare accordi per il contenimento dei flussi migratori”. Nel farlo, ha proseguito, “occorre distinguere fra Paesi sicuri, con i quali poter stringere intese bilaterali, e paesi in guerra”.
Per finanziare tali accordi, riguardo ai quali c’è una sostanziale posizione favorevole dei leader europei, lo stesso presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, non si è mai pronunciato a favore né contro gli eurobond. Nel suo viaggio a Roma in occasione della consegna del Premio Carlo Magno a Papa Francesco ha indicato che “saranno valutate tutte le possibilità” di attingere al budget comunitario, come indicato da Merkel, pur ritenendo “difficile” l’impresa.
Le parole di Gentiloni indicano che anche il governo italiano è scettico sulla reale capacità del bilancio europeo di rispondere all’esigenza di finanziare accordi con l’Africa. “Serve un lavoro strategico e di lungo periodo, ma anche uno immediato per la gestione dell’emergenza e dei rimpatri”, ha indicato il ministro, convinto sia necessario intervenire “prima che inizi una nuova emergenza” lungo la rotta che porta in Italia dalla Libia. In quest’ottica, a suo avviso, i fondi per la cooperazione internazionale possono andare bene per la strategia di lungo periodo, ma per l’immediato bisognerà studiare altre soluzioni sembra suggerire.
Sulla necessità di una visione ad ampio respiro dell’Ue riguardo all’immigrazione è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo i lavori della Conferenza alla quale nel pomeriggio interverrà anche il capo dell’esecutivo, Matteo Renzi. L’inquilino del Colle ha sottolineato come il migration compact si voglia “affrontare insieme tutti i principali aspetti del fenomeno migratorio”.
Per il Capo dello Stato, “non possiamo concentrarci su soluzioni di mero contenimento”. La sua convinzione è “che l’Europa abbia il dovere di concorrere allo sviluppo e alla stabilità dell’Africa, e che questo rappresenti una priorità per l’intera Unione europea”. Del resto, ha proseguito Mattarella, “il mondo in cui viviamo è troppo interconnesso per consentirci di ignorare ciò che avviene a così poca distanza da noi, sia in termini di difficoltà sia in termini di opportunità”. In questo senso, “l’Africa non è e, in ogni caso, non può più essere comunque ‘altro’ rispetto all’Europa. E viceversa”.