Roma – “Quello italiano è sinora l’unico Parlamento nazionale di uno Stato dell’Unione europea ad aver promosso, grazie all’impegno della commissione Ambiente del Senato, un’iniziativa di partecipazione democratica” per la valutazione delle proposte della Commissione europea sull’economia circolare. Presentando i risultati della consultazione pubblica sul pacchetto presentato dall’esecutivo comunitario lo scorso 2 dicembre, il presidente dei senatori Pietro Grasso ha rivendicato così il merito dell’iniziativa “su questo tema così delicato” come il ciclo dei rifiuti pensato in un’ottica onnicomprensiva, che va dalla produzione beni allo smaltimento e al riutilizzo dei materiali.
I 55 contributi inviati da istituzioni, enti, associazioni di categoria, imprese e singoli cittadini sono stati sintetizzati in un dossier e “saranno esaminati ai fini della risoluzione (del Senato, ndr) che sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del dialogo politico, e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in sede di Consiglio” europeo, ha assicurato la seconda carica dello Stato.
Nell’elaborato preparato dal Servizio studi e dal Servizio per le commissioni di Palazzo Madama sono indicate le principali criticità emerse dalla consultazione pubblica. Sono tre, in particolare, gli aspetti del pacchetto economia circolare giudicati più controversi. Il primo riguarda una “attenzione non adeguata al tema della raccolta differenziata, che non viene resa obbligatoria”. Poi viene segnalata l’esigenza “di maggiore chiarezza nelle definizioni” contenute nel testo presentato dalla Commissione europea, “con particolare riferimento a quelle di ‘rifiuti urbani’, ‘sottoprodotti’ ed ‘end of waste’. Infine, riporta il dossier, viene richiesta una minore ambiguità anche “sul ruolo dei soggetti coinvolti nell’economia circolare, soprattutto in relazione alla responsabilità estesa del produttore e ai costi di gestione”.
Ulteriori aspetti critici, si legge ancora nella sintesi degli analisti di Palazzo Madama, riguardano i “profili applicativi delle proposte del pacchetto”. A tal proposito, l’elenco delle segnalazioni include: la mancanza di sistemi adeguati di gestione dei rifiuti; la scarsa operatività del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti); la carente applicazione della normativa vigente; l’assenza di indirizzi chiari per l’azione degli operatori di settore; l’obsolescenza di alcune disposizioni; la limitazione della raccolta differenziata a cinque categorie di rifiuti, con risultati non omogenei a livello territoriale; la scarsa chiarezza del quadro informativo, tale da ingenerare difficoltà per i cittadini nella gestione dei rifiuti.
Al di là della raccolta di critiche, la consultazione ha avuto anche una funzione propositiva. Infatti, nei contributi pervenuti erano presenti anche proposte di integrazioni al pacchetto sull’economia circolare. Tra queste: l’inserimento dell’obiettivo di un +30% nell’efficienza dell’uso di risorse al 2030; la previsione di indicatori sul consumo di risorse, da inserire nel semestre europeo (il ciclo di coordinamento delle politiche di bilancio dei Paesi membri); l’indicazione di obiettivi legalmente vincolanti per la riduzione di rifiuti urbani, commerciali, industriali e alimentari; l’imposizione entro il 2030 del divieto di conferimento in discarica, ed entro il 2020 del divieto di incenerimento fatti salvi i rifiuti non riciclabili e non biodegradabili.
Alla presentazione ha assistito Giovanni La Via, presidente della commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare dell’Europarlamento. L’esponente del Ppe ha segnalato ai presenti che la relazione definitiva sul pacchetto economia circolare è attesa a Strasburgo per il 24 o il 25 maggio prossimi, annunciando che sono attesi tra i 2.000 e i 2.500 emendamenti. La Via prevede per settembre il voto della sua commissione, e a inizio 2017 quello della Plenaria. Dopo questo passaggio verrà avviato il trilogo con il Consiglio europeo e la Commissione per arrivare alla proposta definitiva sulla quale il Parlamento europeo dovrà esprimere l’ultima parola.