Bruxelles – Esclusi, messi a margine della società. A sentirsi così è più della metà (il 57%) dei giovani europei che hanno fra i 16 e i 30 anni. Lo rivela uno studio Eurobarometro che ha intervistato, tra il 9 e il 25 aprile, più di 10mila giovani nei 28 Stati membri, per un’indagine commissionata dal Parlamento europeo.
Delusioni e ben poche aspettative sul futuro hanno una causa: la crisi economica degli ultimi anni. E non è un caso che a sentirsi più emarginati siano proprio i ragazzi che abitano nei Paesi più colpiti dal fenomeno. Vale a dire: Grecia (con il 93% degli intervistati che si vedono emarginati), Portogallo (86%) e Cipro (81%). Anche i giovani italiani non si sentono parte della vita sociale ed economica del loro Paese: il 78% di loro è convinto di esserne escluso. La pensano diversamente i giovani tedeschi, di Malta e danesi, i più integrati e soddisfatti di tutti.
Quando qualcosa non va nel proprio Paese, si può provare a partire. Cercare nuove opportunità di lavoro all’estero e provare a studiare in un Paese straniero però, non sembrano essere una delle priorità per i giovani europei. Solo il 12% di loro ha già lavorato – o sta lavorando – in un Paese europeo che non sia quello d’origine. Mentre appena il 32% degli intervistati ha espresso il desiderio, in un futuro, di voler provare a studiare o lavorare in un altro Stato europeo. Meglio sentirsi esclusi ma rimanere a casa dunque, che spostarsi all’estero. Quelli che stanno meglio nei loro confini sono i tedeschi (74%) mentre la controtendenza è tutta degli svedesi pronti, per il 57%, a partire.
Nessun entusiasmo per un lavoro o una laurea in giro per l’Europa, ma per l’Unione e per la conoscenza dei suoi meccanismi, sì. Il 90% dei giovani europei crede che sia importante capire le regole di Bruxelles e il 51% di loro pensa che votare alle elezioni europee sia il miglior modo per prendere parte alla comunità europea.
C’è anche un altro segno “più” nel report dell’Eurobarometro: il 59% dei giovani europei è soddisfatto della preparazione scolastica che ha ricevuto. I più entusiasti sono i ragazzi svedesi e di Malta, ma anche irlandesi, olandesi e danesi sono ai primi posti in classifica. I più delusi? Gli studenti greci. Il 74% degli intervistati si è detto insoddisfatto della preparazione ricevuta. Anche gli italiani sono sotto alla media europea con un 53% di studenti scontenti del sistema scolastico e un 47% che invece lo ha apprezzato.
Avere tra i 16 e i 30 anni significa essere cresciuti con Internet e i social network al proprio fianco. Per questo non sorprende che il 46% dei giovani europei ritenga che i social siano fondamentali per lo sviluppo della democrazia “perché permettono a ognuno di prendere parte nel dibattito pubblico”. I più convinti sono gli svedesi (71%), mentre i più scettici sono i francesi con il 47% dei ragazzi che dice di dubitare della potenzialità dei social.