Berlino – L’accordo tra Unione Europea e Turchia è assolutamente sbagliato e non rispetta i principi base dei diritti umani. E’ senza appello la critica di Sevim Dağdeleen, deputata tedesca e responsabile per le politiche di integrazione di Die Linke, che è convinta che il problema dei rifugiati andrebbe curato alla base, e non con respingimenti dai nostri confini verso la penisola anatolica. L’Europa, secondo la politica di origini turche, deve bloccare la vendita di armi e gli interventi militari, cercando di arrivare ad una pace stabile in Medio Oriente. La Turchia non è una nazione sicura per i rifugiati in quanto non rispetta nemmeno i propri cittadini.
Cosa pensa dell’accordo tra Turchia ed Ue per frenare i flussi di migranti?
“Dare ad Ankara 6 miliardi di euro per tenere i rifugiati al di fuori del territorio comunitario significa spostare la frontiera dal territorio europeo a quello turco, mettendo il destino dei rifugiati alla ricerca di asilo nelle mani di Erdogan e Davutoglu. Il fatto poi che per ogni uomo respinto, un rifugiato siriano sarà ammesso legalmente in Ue, non è altro che traffico di umani e va contro le leggi internazionali. E in cambio alla Turchia è offerta una nuova occasione per entrare nell’Unione Europea e l’esenzione del visto per i cittadini turchi.
Bruxelles è convinta che però porterà una riduzione del numero degli arrivi
“Questo è un accordo illusorio e io condanno l’ignoranza dell’Unione Europea e di Angela Merkel che credono in una riduzione del numero dei rifugiati. È la guerra che crea profughi, miseria e povertà. Perché non c’è un accordo su come porre rimedio alle cause di queste migrazioni invece di concentrarsi solo sul come disfarsi degli effetti? Ci sono circa 1.9 milioni di rifugiati in Turchia e solo 300mila si trovano nei campi. La maggior parte sono senza una dimora e vivono di proprie risorse. Con la guerra di Ankara contro il popolo curdo nell’Est del Paese e la guerra contro i diritti democratici, come la libertà di stampa, di parola e il diritto di assembla, ci sono già 200mila persone che sono in fuga. L’intero accordo poi depriva i rifugiati del loro diritto di decidere ed è fuori discussione che essere riportato e trattenuto in Turchia per loro è definitamente male”.
Il commissario Kristos Stilyanides ha detto: “Abbiamo bisogno della Turchia almeno quanto questa ha bisogno dell’Ue”, lei non pensa sia così?
“E’ una dichiarazione abbastanza ridicola direi, l’Unione Europea non ha bisogno della Turchia, ne ha solo bisogno per bloccare il flusso dei migranti e migliorare la propria immagine da area fredda e chiusa, dove le persone che hanno bisogno non sono accettate. Ma invece di fare il lavoro sporco da soli, hanno bisogno di un altro stato a cui appaltare il problema. A mio parere, l’Ue non ha bisogno della Turchia come partner per usare la sua brutalità verso gli umani e i loro diritti. Abbiamo bisogno di negoziare sui diritti fondamentali e le loro pratiche. La Turchia, con il suo ruolo chiave dal punto di vista geopolitico, deve cooperare con gli stati europei alla ricerca della pace. Quello che abbiamo ora è un accordo che non dice altro che la Turchia è il “respingitore” d’Europa.
E la Turchia non ha bisogno dell’Ue?
La Turchia sì, ma solo per fare profitti sulla situazione attuale. Nonostante sia uno stato autoritario, sono riusciti a raddoppiare il finanziamento promesso per il patto da 3 a 6 miliardi di euro. E Poi l’Europa sta facendo quello che la Germania ha fatto a lungo: chiudere un occhio sui crimini turchi se questa rispetterà le sue richieste.
L’accordo però serve ad aiutare la Grecia, senza la sua situazione può essere sostenibile nel lungo periodo in un Paese che sta già soffrendo gli effetti della crisi?
“Una situazione come questa non è mai stata sostenibile per la Grecia. Sono i volontari da tutto il mondo e i cittadini che hanno messo in piedi strutture di primo soccorso e altre azioni di aiuto ai migranti. La Grecia ha disperatamente bisogno di aiuto per organizzare l’aiuto ai rifugiati. Le autorità pubbliche non sono minimamente vicine ad una soluzione al momento. Tsipras ha già dichiarato che la Grecia ha bisogno di 2300 esperti dall’Ue. Inoltre, c’è bisogno di traduttori, personale di sicurezza e di specialisti nelle richieste d’asilo. L’Unione Europea dichiara che la Grecia ha bisogno di 6.000 specialisti per implementare l’accordo con la Turchia. È opinabile che le procedure accelerate per la richiesta di asilo saranno realizzabili. La Grecia ha ricevuto 1500 richieste di asilo al mese che hanno portato a notevoli rallentamenti, ora si troveranno davanti a 1500 richieste al giorno. Insomma l’accordo porterà ad una situazione ancor più caotica.
Qual è il progetto di Die Linke? La segretaria del partito Wagenknecht ha detto che la Germania non può ospitare tutti i rifugiati.
“L’asilo è un diritto fondamentale e non andrebbe limitato. Se si vuole risolvere la crisi dei rifugiati bisogna risolvere i problemi che portano le persone a fuggire. Die Linke vuole garantire la libertà di movimento per le persone. La giustizia non può essere raggiunta attraverso l’imposizione di quote ma attraverso un’equa redistribuzione dei costi nell’Ue che prenda in considerazione il numero dei rifugiati ospitati e le performance economiche. Come ha detto Wagenknecht dobbiamo creare le condizioni necessarie affinché i rifugiati possano essere inclusi. Dobbiamo prevenire una lotta tra poveri”.
E allora come possiamo risolvere la crisi dei migranti?
“Il primo passo da compiere per mettere in atto un’azione concreta è quello di eliminare le cause primarie. La causa principale della migrazione sono i conflitti che portano le persone alla miseria. La morte è in agguato dietro l’angolo. L’elemento base dei conflitti è l’esportazione di armi, che causa escalation continue e morti quotidiane nelle zone in crisi, come la Siria, l’Afghanistan etc. Abbiamo bisogno di una soluzione su tre livelli.
Quali?
“Il primo è quello di cercare la pace sul luogo. Questo implica l’intensificazione delle relazioni diplomatiche. Sarei felice di vedere un altro summit europeo sulle politiche di pace e sulle azioni da intraprendere e il popolo curdo dovrebbe prendere parte al dialogo.
Il secondo è su come gestire la situazione dei rifugiati da un punto di vista umano. Essendo uno dei continenti più ricchi al mondo, l’Europa ha abbastanza risorse e spazio per organizzare aiuti umanitari, di cui c’è un forte bisogno. Hanno speso miliardi e miliardi di euro per salvare le banche, possono spendere anche per il soccorso dei rifugiati.
Il terzo livello include il ritiro di tutti gli schieramenti militari nelle zone di guerra e lo stop del business delle armi. Gli interventi militari vanno sempre contro gli sforzi di pace”.
Le scorse elezioni in Germania hanno segnato il successo della destra populista di AfD? Non pensa che la questione dei rifugiati sia stata centrale in questo risultato?
“Le elezioni hanno mostrato chiaramente quanto è divisa la nostra società e come il governo federale abbia fallito nel raggiungere un obiettivo di eguaglianza e attenzione verso i cittadini. Tra i poli della partecipazione alla guerra, provando a disfarsi delle responsabilità nei confronti dei rifugiati e parallelamente dalla distruzione dello stato sociale, AfD ha utilizzato questa area di voto per le proprie politiche antisociali basate sulla paura.
Loro sono la controparte parlamentare di Pegida (movimento contro l’islamizzazione della Germania, ndr). Per i populisti di destra come loro, la critica alla società e alle politiche di Merkel è stata facile da travisare. Con la costruzione di nemici stereotipici, usando l’uomo contro l’uomo, hanno dato una risposta semplicistica, facilmente comprensibile ma assolutamente falsa e demagogica, ad una domanda complessa.