Bruxelles – Il ricorso al crowdfunding in Europa è in rapida crescita: nel 2015 sono stati raccolti circa 4,2 miliardi nell’Ue, una cifra molto superiore agli 1,6 miliardi del 2014. Il ricorso a questa forma di finanziamento collettivo è stata fatta in tutti gli Stati membri ma si concentra soprattutto in un piccolo numero di questi con il Regno Unito a tirare le fila di questa pratica.
Secondo un rapporto pubblicato dalla Commissione europea “se opportunamente regolato il crowdfunding ha il potenziale per essere una fonte primaria di finanziamento per le Pmi nel lungo periodo”. Gli Stati membri hanno iniziato a mettere in atto quadri nazionali per sostenere la crescita del settore e garantire che gli investitori siano adeguatamente protetti. Ma questi quadri nazionali sono fatti su misura per i mercati locali e visto che il crowdfunding rimane in gran parte una pratica legata alle realtà locali, e che il finanziamento di progetti transfrontalieri è ancora limitato, per ora l’esecutivo non ritiene opportuno intervenire. La Commissione si è però impegnata a seguirne l’evoluzione per sostenere la convergenza normativa in caso di necessità.
“Come parte del nostro lavoro per migliorare il nastro trasportatore di finanziamento per le imprese, siamo desiderosi di sostenere lo sviluppo di modelli di crowdfunding come fonte di finanziamento per gli imprenditori con idee brillanti, start-up e le altre piccole e medie imprese”, ha affermato il commissario alla Stabilità finanziaria Jonathan Hill, secondo cui l’obiettivo della Commissione è “quello di promuovere le migliori pratiche, un’adeguata tutela degli investitori e la coerenza dei regimi nazionali”.