Bruxelles – Allarme su allarme in Belgio. Dopo l’allerta terrorismo arriva la “preoccupazione” nucleare: a breve tutti coloro che abitano nel piccolo regno riceveranno delle pillole di iodio, da tenere lì pronte all’utilizzo in caso di incidente nucleare. Sino ad oggi, come avviene ad esempio negli Usa, la distribuzione era limitata a chi abitava nelle vicinanze degli impianti, al massimo venti chilometri. Questo è quanto deciso dal ministro federale della sanità pubblica, Maggie De Block, che lo ha comunicato al Parlamento federale durante un’audizione ieri sera. Le compresse permetteranno di proteggere la tiroide da eventuali contaminazioni radioattive.
Il Belgio, tra mille polemiche sulla sicurezza, ospita sul suo territorio due vecchie centrali nucleari, a Doel nelle Fiandre con 4 reattori, e a Tihange nella provincia di Liegi con 3 reattori. Due dei 7 reattori, Doel 3 e Tihange 2, erano stati chiusi nel 2012 per la scoperta di microfessure. Dopo essere stati riaperti nel maggio 2013, sono stati nuovamente chiusi nel marzo 2014 e poi rimessi in funzione definitivamente. Entrambe le centrali avrebbero dovuto essere chiuse nel 2015 ma l’azienda Electrabel (che gestisce le centrali) e il governo hanno siglato un accordo per prolungare la loro vita fino al 2025.
Alla fine il governo federale si è schierato con il Consiglio Superiore della Sanità e con l’Agenzia federale per il controllo nucleare, che hanno consigliato di fornire le pillole di iodio all’intera popolazione che si trova in un raggio di 100 chilometri dalle centrali, senza aspettare un incidente nucleare, invece che solo all’interno di un raggio di 20 chilometri. In pratica l’intera popolazione belga sarà toccata dalla decisione, in quanto il Paese è piccolo e poi è necessario considerare anche le aree intorno alle centrali nucleari dei Paesi vicini.
Le pillole, il cui principio attivo è a base di ioduro di potassio, rappresentano l’unico antidoto nei casi di emergenza ambientale causata da un incidente (o un attentato) di una centrale nucleare. E’ comunque un intervento molto, molto parziale, in sostanza permette di evitare che lo iodio radioattivo inalato attraverso le vie respiratorie si accumuli nella tiroide, ma queste pillole non proteggono da niente altro.
Secondo Jean-Marc Nollet, il deputato federale Ecolo che segue da vicino la questione nucleare, questa decisione è un’ottima notizia, ma non è sufficiente: “Il governo accetta finalmente la nostra richiesta e la raccomandazione del Consiglio superiore della Sanità. Data la densità della popolazione e il rischio che comporta il nucleare, questa ampia distribuzione – a spese di Electrabel – era assolutamente necessaria. Ma attenzione, non sarà perché ognuno riceverà le sue pillole che il rischio nucleare non esisterà più. Inoltre le conseguenze sanitarie, ambientali ed economiche di un tale disastro non sono evitate dalla distribuzione delle compresse”.
Il rappresentante Verde ha colto l’occasione per ricordare il principio che il suo partito difende e che va oltre la questione dello iodio: “L’unica soluzione è quella di rispettare il programma originale per l’abbandono del nucleare, di non ampliare Doel 1 e 2 e di sospendere la rinascita dei reattori danneggiati Doel 3 e Tihange 2, come richiesto dalla Germania, dal Lussemburgo e da molti altri cittadini. L’accordo sulla distribuzione delle pillole è solo un primo passo verso un ritornare alla ragione”.