Bruxelles – I membri del partito spagnolo Podemos hanno rifiutato di unirsi con il Partito Socialista in una alleanza comprendente anche il partito centrista Ciudadanos. La manovra ha aumentato le probabilità di un ritorno alle urne a giugno, dopo le inconcludenti elezioni nazionali del mese di dicembre. Dopo la rinuncia a gennaio del partito Popolare di Mariano Rajoy Brey, vincitore ma senza maggioranza, il testimone è passato nelle mani del Psoe. Il progetto dei socialisti era un accordo a tre con il partito Ciudadanos, ma Pablo Iglesias, leader di Podemos ha lanciato un referendum nel partito che ha bocciato l’idea. Alla domanda “Vuoi un governo basato sul patto Rivera-Sánchez?”(cioè il progetto del Psoe), l’88,23% dei votanti ha risposto “no”. Il referendum ha così creato una strategica separazione tra il leader Iglesias e il numero due, Íñigo Errejón, più favorevole al dialogo con il Psoe e contrario alle posizioni intransigenti della direzione. A questo punto i quattro grandi partiti della Spagna sono a corto di tempo per formare una diversa alleanza. E la prospettiva di una nuova votazione diventa molto concreta: se non ci sarà sostegno sufficiente nell’accordo per nuovo primo ministro entro il 2 maggio, le schede elettorali saranno l’unica soluzione.
A questo punto l’unica altra alleanza bipartitica praticabile per la formazione dell’esecutivo è quella tra i tradizionali rivali Pp e Psoe, improbabile e molto difficile a causa degli scontri tra i rispettivi leader di partito e a causa degli scandali che hanno travolto il partito popolare, con l’arresto del sindaco di Granada per corruzione urbanistica e le dimissioni del ministro dell’Industria José Manuel Soria tradito dai “Panama Papers” e da una società di famiglia nel paradiso fiscale di Jersey. L’attuale situazione di stallo politico rischia di far ricomparire i fantasmi della crisi. La Banca centrale e gli analisti hanno avvertito che il prolungamento di questo impasse presenterà il conto prima o poi, in un momento in cui il Paese soffre di una disoccupazione superiore al 20% e lotta per tenere sotto controllo il deficit di bilancio. La maggior parte dei principali sondaggi di opinione mostra che nuove elezioni farebbero ben poco per risolvere la situazione e replicherebbero invece il risultato frammentato di dicembre. Re Felipe VI di Spagna terrà nei prossimi giorni ulteriori colloqui con i leader politici per cercare di risolvere la paralisi politica.