Roma – “Sto lavorando a una piattaforma informatica e a giugno potrebbe essere pronto il codice di condotta per contrastare il fenomeno delle dichiarazioni di odio e violenza su Internet”. È l’annuncio di Věra Jourová, commissario europeo per la Giustizia, oggi in visita a Roma per l’evento conclusivo degli Stati Generali dell’esecuzione penale, presso il carcere di Rebibbia.
L’iniziativa annunciata dall’esponente dell’esecutivo comunitario riguarda il contrasto alla radicalizzazione sul web, terreno di proselitismo per estremisti e di reclutamento di potenziali terroristi.
La Commissione europea è consapevole di dover portare avanti questa missione coinvolgendo i colossi della Rete. “Anche le grandi aziende come Google e Facebook – spiega la titolare della Giustizia Ue – si stanno rendendo conto che sono parte del problema: dobbiamo arrivare ad un accordo con loro”.
La lotta al radicalismo, però, non si combatte solo sul web. Il problema è presente anche nelle carceri, dove c’è chi entra come detenuto per reati minori e magari ne esce con un indottrinamento fondamentalista e la propensione a farsi strumento del terrore.
Per il contrasto di questo fenomeno sono stati istituiti “gruppi di lavoro per lo scambio di esperienze” tra gli Stati membri, ha ricordato Jourová, dal momento che tra i 28 vi sono approcci talvolta molto differenti. Ad esempio, in alcuni Paesi si punta all’isolamento dei detenuti radicalizzati, mentre in altri si spinge su iniziative che mirano al recupero sociale dell’individuo.