Roma – “La mia linea è chiara: non abbiamo bisogno di politiche che portino alla chiusura delle frontiere, perché così si mette a rischio Schengen”. È netto il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, nel condannare in una intervista a La Stampa le “azioni unilaterali” come quella dell’Austria che sta preparando una barriera preventiva al valico del Brennero contro un temuto flusso di migranti dall’Italia.
“Ho chiesto alla ministra (degli Interni di Vienna, ndr) Mikl-Leitner un testo che spieghi cosa stanno facendo e perché”, riferisce l’esponente dell’esecutivo comunitario, aggiungendo di attendere una risposta “da un attimo all’altro”, e annunciando che anche la Commissione invierà “una lettera formale” a Vienna, perché l’azione intrapresa alla frontiera italo-austriaca “non è la giusta risposta ai problemi”. Per questo “spero che la decisione non sia attuata e che il dialogo prevalga”.
Riguardo all’aumento dei flussi migratori diretti in Italia attraverso il Mediterraneo, il commissario sottolinea che “al momento non ci sono prove che il flusso dei migranti si sposti dalla Grecia all’Italia, anche se gli arrivi dalla Libia aumentano”, ammette. In ogni caso, assicura, “sono in stretto contatto con il ministro degli Interni Angelino Alfano” e, garantisce, “l’Italia ha il nostro sostegno e continuerà ad averlo. Siamo pronti ad aumentare la presenza di Frontex sulle coste, se necessario”.
Infine, Avramopoulos non ha alcun timore che si possa verificare una nuova ondata straordinaria e, se anche avvenisse, ritiene che “Grecia e Italia siano ben attrezzate” per fronteggiarla. Tuttavia “il problema esiste”, concede il commissario, e per questo “Si deve essere tutti ben preparati per ogni circostanza”.
Secondo il quotidiano La Repubblica, l’Italia sta lavorando alacremente proprio per prepararsi, e preparare l’Ue, di fronte a un aumento degli arrivi di migranti. Da inizio anno sono il 55 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2015, superando anche i dati del 2014, anno record per gli sbarchi nel nostro Paese. Per questo, citando fonti di Palazzo Chigi, il quotidiano di Mario Calabresi rivela che l’esecutivo starebbe preparando una sorta di ‘immigration compact’, perché l’Europa risponda in modo coeso all’emergenza, come fece all’epoca del fiscal compact.
La lettera che il governo avrebbe l’intenzione di inviare nei prossimi giorni a Bruxelles e alle cancellerie dei 28, ribadirà la necessità di accogliere le proposte della Commissione europea su una redistribuzione automatica dei richiedenti asilo, ma soprattutto chiederà un’accelerazione nella stipula di accordi di rimpatrio con i Paesi di provenienza dei migranti che non hanno diritto all’asilo.
In particolare, l’interesse di Roma è bloccare gli arrivi dal Mediterraneo, per questo sta “valutando se e come inserire la Libia nella nostra iniziativa”, spiega al quotidiano un non meglio precisato ministro che sta contribuendo alla stesura della lettera. L’obiettivo sarebbe quello di realizzare un accordo con la Libia sulla scia di quello stipulato con la Turchia. Una proposta che, secondo lòa fonte, è stata già anticipata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Vertice europeo del 18 marzo, incontrando il sostegno da parte del cancelliere tedesco Angela Merkel.
Il problema è che il governo di Feyez al Serraj, insediatosi da poco a Tripoli non senza difficoltà, ancora non controlla il territorio. Ma da Roma, dopo la visita del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in Libia, confidano che a breve l’esecutivo del Paese nordafricano invii all’Ue una richiesta di aiuto per consolidare la propria capacità di controllo.
Parlando alla riunione dell’Organizzazione della conferenza islamica, lo stesso al Serraj ha escluso interventi militari stranieri, ma secondo le fonti riportate da Repubblica, inizialmente la richiesta riguarderebbe l’invio di qualche centinaio di addestratori e, sperano a Palazzo Chigi, presto potrebbe arrivare anche quella di estendere alle acque territoriali libiche la missione coordinata da Frontex per il contrasto degli scafisti nel Mediterraneo. Il pressing italiano si sta intensificando, dunque, perché l’arrivo della bella stagione incombe e il rischio che i flussi migratori continuino ad aumentare si fa più concreto.