Should they stay or should they go?
Secondo Joseph S. Nye su ProSyn, l’elettorato e la stampa britannici sono divisi più che mai sulla Brexit, e rischiano di rendere questo voto cruciale un mero simbolo delle divisioni interne del partito guidato da Cameron, perdendo di vista questioni fondamentali: l’uscita del Regno Unito dall’UE non porterebbe quasi nulla in termini di “maggiore sovranità” e anzi porterebbe l’UK a dover sottostare a regole maggiori per la partecipazione al mercato unico (sul quale non avrebbe più alcun potere). Per non parlare delle implicazioni politiche, con una rinnovata volontà di indipendenza scozzese…
Consenso non informato
Silke Mülherr dalle colonne di El País (articolo originale su International Die Welt) commenta la recente tendenza dei governi europei di far andare alle urne i cittadini per votare su aspetti fondamentali della politica estera definendola “preoccupante”: il cittadino comune spesso infatti non riesce a comprendere la vastità delle implicazioni del suo voto o il campo di applicazione della decisione oggetto del referendum, e al contempo i politici si “liberano” di uno dei loro compiti fondamentali, cioè prendere decisioni “in vece” dei cittadini che li hanno eletti.
L’Unione (in)sicura
Un editoriale del New York Times sottolinea come ci siano due grossi ‘buchi’ nel sistema di intelligence europea: come prima cosa, spesso gli stati europei si rifiutano di condividere informazioni con i servizi di sicurezza degli altri paesi (tranne che nei casi di UK, Germania e Olanda). E già questo è discretamente preoccupante. In secondo luogo, avendo incentrato l’Unione su caratteristiche più economiche che politiche, non c’è omologazione fra budget dedicati all’intelligence, gli stati si scambiano informazioni ognuno nella propria lingua, e anche i livelli di allerta non corrispondono gli uni agli altri. Un pericoloso patchwork che concorre a creare terreno fertile per le organizzazioni terroristiche.
Le frontiere abbandonate
C’è chi ancora si ricorda di “quando si mostravano i passaporti” e chi in Europa non si è mai dovuto fermare alla dogana per passare dall’Italia alla Francia: un foto-documentario del Guardian sui posti di frontiera ormai abbandonati – e che potrebbero essere presto di nuovo utilizzati in caso di abbandono di Schengen. Speriamo di no.
Via da Damasco
Le Monde offre il racconto dell’odissea di una famiglia siriana partita da Damasco il 15 settembre 2015 e ora stabilitasi in Germania: foto, articoli, lettere da un viaggio della speranza che si conclude con “Grazie Signora Merkel, grazie al popolo tedesco.”
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