Bruxelles – Ogni volta siamo punto e a capo. Dopo ogni conta dei morti, arriva puntuale il momento in cui si prova a capire cosa è andato storto e si è costretti ad ammettere che sul fronte della cooperazione a livello di intelligence molto di più poteva essere fatto. All’indomani degli attentati di Bruxelles la Commissione europea lo ripete senza sosta: “Pensiamo che ci voglia l’unione dell’energia dei marcati dei capitali, l’unione bancaria ma anche che ci voglia un’unione della sicurezza”, chiarisce il presidente Jean-Claude Juncker, secondo cui è “più che evidente che ci debba essere una migliore cooperazione e collaborazione tra i nostri servizi segreti”. Si è cominciato a parlarne, ricorda Juncker, già dal 1999 ma “non si fa per ragioni che mi sfuggono visto che è l’evidenza”, lamenta il capo dell’esecutivo Ue. “Tutti gli elementi costitutivi sono già stati proposti dalla Commissione”: ora, esorta le capitali, “vorremmo che il consiglio dei ministri li adottasse di qui a poco”.
A tirare le orecchie ai ventotto è anche il commissario europeo per gli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, che alle capitali ripete: “Gli eventi ci mostrano ancora una volta che abbiamo assolutamente bisogno di più coordinamento e di condivisione di informazioni e intelligence” e “il fatto che i terroristi di Parigi e Bruxelles fossero già noti alla polizia lo dimostra”. Per il commissario “la raccolta e lo scambio delle informazioni sono le pietre miliari della nostra sicurezza. Le nostre informazioni – insiste – devono essere interconnesse, i nostri sistemi devono parlarsi” e “su questo ci servono miglioramenti il prima possibile, urgentemente”. Per provare a farlo veramente almeno questa volta, il commissario ha proposto di organizzare “il prima possibile” una riunione straordinaria dei ministri degli interni dei Ventotto, che la presidenza di turno dei Paesi Bassi ha fissato per domani alle 16.
Su questo fronte, ricorda il membro della squadra di Jean-Claude Juncker, la Commissione aveva avanzato proposte già alla fine dello scorso anno dopo gli attentati di Parigi. Allora è stato ad esempio lanciato un centro europeo antiterrorismo all’interno di Europol. “Gli Stati membri devono usarlo di più e meglio, condividendo informazioni proattivamente e costantemente, offrendo risorse e mandando esperti”, ripete Avramopoulos. In sostanza “gli Stati membri devono fidarsi gli uni degli altri”. Ci sono poi altri temi ancora sul tavolo. Tra questi le proposte della Commissione per rendere più difficile l’acquisto di armi da fuoco in Europa: su questo “gli Stati membri devono lavorare in fretta, adesso, perché dobbiamo ridurre il rischio che le armi da fuoco cadano in mani sbagliate”, chiede Avramopoulos. La Commissione ha già proposto anche una direttiva per armonizzare la criminalizzazione di viaggi o addestramento a scopo di terrorismo. “Più di tre mesi dopo la proposta è ancora sul tavolo e i negoziati vanno lenti”, lamenta il commissario europeo. E ancora l’accordo raggiunto sul pnr, la registrazione dei dati dei passeggeri aerei, alla fine dello scorso anno, “deve essere finalizzato presto: il Parlamneto europeo deve votare il prima possibile e gli Stati non devono rinviare la messa in atto”, chiede il commissario.