Bruxelles – Di fronte agli attentati di Bruxelles, gli italiani reagiscono con la solidarietà. La grande comunità italiana che risiede nella capitale belga si è unita in questo momento difficile per far fronte ai problemi logistici legati alla chiusura dell’aeroporto di Zaventem, dove si è verificata una delle due esplosioni. Dopo gli attacchi di ieri è cominciata una rincorsa generale verso mezzi sostitutivi rispetto ai voli soppressi e in conseguenza del fatto che tutti gli aerei per il nord Italia risultano pieni.
Su facebook le richieste di informazioni su come muoversi in treno o in bus si sono moltiplicate a livelli esponenziali. Anche le richieste di passaggi in macchina sono aumentate in poco tempo, nonostante le lunghe ore necessarie per raggiungere il suolo italico. Tanto che in alcuni gruppi sono state create apposite sezioni per offerte/domande di posti in auto: un modo per aiutarsi, non fare il viaggio da soli e dividere le spese. Altrimenti una compagnia privata offre viaggi con macchine da 8 persone verso Milano, Bergamo e Verona per la cifra di 140 euro. Un altro modo per raggiungere l’Italia è tramite un bus, come quelli offerti dalla compagnia Flixbus o Eurolines che per circa 80 euro portano fino a Milano. L’ultima possibilità è tramite un treno per oltre 200 euro, anche se il percorso è molto lungo e con almeno 1 cambio. Anche passaggi da e per l’aeroporto di Charleroi nonché all’interno della città stessa vengono offerti su questi gruppi, assieme a letti e divani dove dormire per chi ieri sera era stato costretto a rimanere in città a causa del blocco dei mezzi di trasporto.
I social network sono la via principale tramite cui è possibile contattare i connazionali, unendo chi decide di lasciare il proprio Paese ma mantiene forti le radici della propria provenienza. Su Facebook i gruppi e le pagine per gli italiani sono vari come “Italiani a Bruxelles”, “Italiani e italiane a Bruxelles”, “Italiani a Bruxelles e loro amici” per citarne alcuni. Per non parlare di tutte le possibili declinazioni come “Medici italiani a Bruxelles”, “Italiani sportivi a Bruxelles” o “Italiani vegani a Bruxelles”. Ed è su questi gruppi che il filo della comunità italiana si rafforza, grazie alla condivisione di esperienze e consigli ma soprattutto grazie all’aiuto reciproco. E infatti oltre ai passaggi, sono molti i post che offrono appoggio e vicinanza, informazioni e riflessioni sugli attentati di ieri e su cosa ci riserva il futuro in questa città. Una psicologa da Genova offre anche il suo supporto gratuito su Skype. La solidarietà tra i cittadini italiani non si ferma alle Alpi.