Bruxelles – L’Europa “è impegnata in vera e propria guerra” contro il terrorismo, e “se lo vuole combattere deve impegnarsi a combattere chi lo alimenta in qualunque modo: e le mafie lo alimentano”. In un’audizione nella commissione Libertà Civili del Parlamento europeo, Rosy Bindi ha lanciato un monito all’Ue: “La sfida al terrorismo non può ignorare il suo rapporto con le mafie”. La presidente della commissione parlamentare antimafia ha affermato che “mafia e terrorismo si stanno incontrando ad esempio sulla via della tratta esseri umani, del narcotraffico”, che “finanzia mafia come finanzia terrorismo”. Bindi ha perciò avvertito l’Europa che “non può girarsi da un’altra parte pensando sia un problema italiano”.
Al Parlamento europeo è in discussione una relazione di Laura Ferrara, del Movimento 5 Stelle, su “Corruzione e criminalità organizzata in Europa”. Per Bindi si tratta di un “primo piccolo passo importante” a cui “non mancheremo di dare un nostro contributo”. Ma la politica italiana ha ricordato che un anno fa aveva chiesto all’Assemblea comunitaria e al suo presidente Martin Schulz di istituire di nuovo una commissione speciale antimafia, come c’era nella scorsa legislatura.
“Le mafie non sono un fenomeno italiano, ormai sono ormai fenomeno mondiale, ma di italiana è rimasta la lotta alle mafie, che vorremmo fosse europea e mondiale”, ha detto Bindi tornando a chiedere a Bruxelles di fare proprio gli strumenti legislativi di cui si è dotato il nostro Paese: “In primis una procura europea”, ma anche “la tipizzazione del reato di associazione mafiosa, in quanto “non basta perseguire i mafiosi per i loro reati visto che il primo reato è far parte dell’associazione”, nonché una legge più stringente sulla confisca dei beni, che una direttiva europea prevede ma solo in caso di condanna, e non prima. “Le armi di cui disponiamo in Italia sono efficaci per combattere la criminalità organizzata nel territorio nazionale ma non sufficienti oltre i confini”, e per questo ha concluso Bindi “chiediamo all’Europa di dotarsi degli stessi strumenti”.
“Ci stiamo impegnando a fondo per fare maturare, anche a Bruxelles, la consapevolezza che la criminalità organizzata, e in particolare la Mafia, vada contrastata a livello europeo”, ha affermato Laura Ferrara. “Gli Stati membri dell’Unione devono rendersi conto che è più che mai necessario prendere atto della pericolosità del vincolo associativo e del metodo mafioso, contrastandolo con strumenti normativi adeguati a tale scopo. L’avere sottovalutato le specificità di questo tipo di crimine, ha dato un grande vantaggio alla Mafia che, approfittando delle libertà di circolazione sancite dai trattati ha invaso l’Europa infiltrandosi nell’economia e negli affari dei suoi Stati membri”, ha affermato Ferrara. Per questo, ha continuato l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle “è urgente che l’Unione europea introduca subito delle norme minime in materia di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, che prevedano innanzitutto una definizione comune del reato in questione, il contrasto agli eco-reati, una adeguata protezione dei testimoni di giustizia e dei whistleblowers”.