Bruxelles – Va bene discutere sulla possibilità di aumentare le ambizioni dell’azione sul Clima rispetto alle conclusioni della conferenza di Parigi Cop21, ma non bisogna perdere di vista gli impegni presi, anzi bisogna dedicarsi a realizzare quelli, che già sono di difficile attuazione. Al termine del Consiglio Ambiente, il ministro Gian Luca Galletti frena sulle richieste di quei Paesi, come la Francia, che vorrebbero rilanciare rispetto a quanto stabilito alla conferenza Onu. “A Parigi abbiamo iniziato un percorso che deve essere sicuramente migliorato nel corso del tempo”, ma “se oggi anche in Europa mettiamo al centro del dibattito le ambizioni rischiamo di non fare quello che da oggi dobbiamo fare”, ha avvertito Galletti secondo cui “se perdiamo tempo a decidere se il 40% è sufficiente”, come target di riduzione delle emissioni “blocchiamo il processo di ratifica dei diversi Paesi”.
Il ministro si è detto “pronto a discutere”, ma ha insistito: “Facciamo quello che dobbiamo fare già da oggi, perché il 2030 per le azioni che dobbiamo fare, è praticamente domani”, e quindi “o partiamo oggi con processi di ratifica e azioni da mettere in campo”, nei diversi Paesi per attuare gli impegni presi per quella data, “o arriviamo al 2030 che ancora discutiamo se dobbiamo essere più ambiziosi o meno”.
Per quanto riguarda la ratifica dell’accordo Galletti ha detto che l’Italia ha prima bisogno di sapere dalla Commissione quali sono gli obiettivi per il settore non Ets, cioè quello non industriale e non soggetto allo scambio di quote di emissioni. “L’obiettivo di riduzioni del 40% si suddivide in Ets e non. L’Ets è europeo, il non Ets si deve dividere tra diversi Paesi e su quel punto è la Commissione che deve farci sapere” qual è la quota italiana, da far approvare poi dal Parlamento.