Roma – L’iter della legge sulle unioni civili continua a essere irto di ostacoli e la soluzione alla quale sta pensando Matteo Renzi, premier e segretario del Pd, rischia di lasciare un vulnus riguardo alle discriminazioni verso le coppie omosessuali. L’idea è infatti di stralciare dal testo Cirinnà il capitolo 5, quello che estende alle coppie omosessuali la ‘stepchild adoption’, ovvero la possibilità che uno dei due partner adotti il figlio dell’altro.
Una decina di giorni fa, commentando il disegno di legge in discussione al Senato, il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, aveva sottolineato come, per la giurisprudenza della Corte europea per i diritti umani, “se le coppie etero non sposate possono adottare i figli del partner, lo stesso devono poter fare le coppie dello stesso sesso”. A giudizio di Muiznieks, estendendo la stepchild adoption, “l’Italia non sta creando nuovi diritti, ma sta semplicemente eliminando la discriminazione basata sull’orientamento sessuale”. Dunque, con lo stralcio del capitolo 5, la legge sulle unioni civili lascerebbe intatto il rischio che l’Italia si guadagni l’ennesimo richiamo di Strasburgo sui diritti degli omosessuali.
L’esame al Senato è stato rimandato a mercoledì prossimo. Il Partito democratico ha chiesto e ottenuto il rinvio dopo che è fallita la soluzione del ‘canguro’, l’emendamento progettato dal Pd per far cadere tutti gli altri e lasciare il testo invariato. Ieri è stato bocciato dal Movimento 5 stelle – i cui voti sono essenziali per procedere con una legge comprensiva del capitolo adozioni, viste le resistenze degli ultra-cattolici dem e dei centristi della maggioranza, oltre ai no di Lega e Forza Italia – e questo ha fatto infuriare il partito del premier.
Il capogruppo a Palazzo Madama, Luigi Zanda, ieri stesso aveva parlato di “voltafaccia gravissimo”. La senatrice Monica Cirinnà, firmataria del disegno di legge sulle unioni civili, stamane si è rassegnata a un’amara considerazione: “Ho sbagliato, mi sono fidata del Movimento 5 Stelle e ne pagherò l’errore, la mia carriera politica la chiudo con questo scivolone”.
A questo punto, anche i dubbi del premier sul sostegno penta stellato alla legge sono elevati. “Dobbiamo essere consapevoli del fatto che sui numeri, per quanto riguarda la stepchild adoption, ci giochiamo l’osso del collo”, avrebbe indicato Renzi ai suoi, secondo quanto riporta sul Corriere della sera Maria Teresa Meli, di solito molto informata sui retroscena di Palazzo Chigi. E allora, “dobbiamo capire se andare avanti tenendo il punto – sostiene ancora Renzi citato dalla stessa giornalista – oppure se sia più saggio stralciare l’articolo 5 sulla stepchild adoption per trovare in Aula una maggioranza che faccia passare questa legge, che è e resta il nostro obiettivo principale”.
Un testo senza il capitolo delle adozioni troverebbe in effetti un’adesione molto più ampia. Ricucirebbe lo strappo interno al Pd e alla maggioranza, visto che anche i centristi guidati dal ministro degli Interni, Angelino Alfano, sarebbero pronti a dare il via libera al provvedimento se venisse accantonata la stepchild adoption.
Diversi consensi arriverebbero anche dall’opposizione che oggi è sulle barricate. Resterebbe fermo il no della Lega, ma per il vicepresidente del Senato, il forzista Maurizio Gasparri, se il Pd decidesse ti togliere l’articolo 5, “a quel punto l’80% dei senatori di Forza Italia voterebbe le unioni civili, e io magari non mi opporrei ma uscirei dall’Aula per prendere un caffè”.
Resta da vedere se Renzi abbia voglia di scoprire le carte dei pentastellati – affidandosi al sostegno che, pur lasciando libertà di coscienza sul voto, dicono di voler dare a un testo comprensivo di stepchild adoption – o se la diffidenza verso il M5S gli suggerirà di eliminare il capitolo adozioni per approvare una legge che riconosca comunque le unioni civili, anche se non dovesse eliminare tutte le discriminazioni per le quali l’Italia è sotto accusa in Europa.