Roma – Da oggi, i ‘Caschi blu per la cultura’ sono una realtà concreta. Era stata l’Italia, la scorsa estate, a lanciare l’idea di un corpo speciale internazionale – analogo a quello di sicurezza in capo all’Onu – per la difesa dei beni culturali nei teatri di guerra. Oggi, a Roma, il nostro Paese ha firmato l’accordo con l’Unesco per l’istituzione della prima task force ‘United4Heritage’, che sarà appunto chiamato a intervenire per evitare tragedie culturali come il saccheggio dei musei di Baghdad, avvenuto all’indomani della caduta di Saddam Hussein, o le devastazioni compiute dall’Isis in alcuni siti archeologici della Siria.
Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, l’iniziativa “è un pezzo molto italiano di strategia antiterrorismo”. Il suo collega alla Cultura, Dario Franceschini, ha sottolineato come l’Italia sia “il primo Paese che mette in pratica la risoluzione approvata dall’Unesco” per l’istituzione di questo corpo speciale. Una forza che, ha spiegato, “sarà a disposizione della comunità internazionale e non si muoverà su iniziativa di un singolo Stato, ma su richiesta dell’Unesco per situazioni in cui è richiesto l’intervento”.
Anche il ministero dell’Istruzione è coinvolto con “il compito di fornire le competenze necessarie a questa task force”, ha dichiarato la titolare del dicastero, Stefania Giannini. “Ci auguriamo che anche molte altre nazioni possano partecipare a questa iniziativa”, il cui obiettivo è “difendere il patrimonio più importante che ogni Paese ha: i propri monumenti”, ha aggiunto la titolare della Difesa, Roberta Pinotti.
Per una rapida adesione degli altri Stati, almeno di quelli europei, si spenderà la presidente della commissione Cultura all’Europarlamento, Silvia Costa. “Mi fa piacere che oggi i Caschi blu della cultura siano diventati una realtà a partire dall’Italia”, ha dichiarato la deputata S&D presente alla cerimonia. “Ora la parola passa all’Europa”. Ha indicato, promettendo che domani stesso chiederà al commissario competente in materia, Tibor Navracsics, “una forte iniziativa dell’Ue perché altri Paesi offrano squadre esperte per prevenire la distruzione e tutelare il patrimonio culturale nel mondo”.
L’esponente del Pd a Strasburgo ha poi ricordato la proposta avanzata alla Commissione europea per la creazione di “un’unità di crisi, che si avvalga anche della collaborazione di archeologi siriani e iracheni, per approntare il monitoraggio delle azioni e delle risorse da mettere in campo per il recupero, il restauro e la ricostruzione” del patrimonio artistico dei due Paesi mediorientali “una volta terminato il conflitto” contro l’Isis. Inoltre, ha aggiunto Costa, è già stata “accettata la proposta di destinare” il sistema satellitare europeo “Copernico al monitoraggio dei beni culturali nelle zone di conflitto. Ora servono degli investimenti concreti”, ha concluso l’europarlamentare.