Bruxelles – No al riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina. Uniti da questo slogan circa 5mila lavoratori provenienti da 18 Paesi europei hanno sfilato oggi a Bruxelles, nel quartiere europei, per chiedere alla Commissione protezione commerciale contro la concorrenza sleale dei Paesi emergenti, e soprattutto della Cina. La protesta ha coinvolto principalmente il settore dell’acciaieria, il più colpito dal dumping del colosso asiatico, accusato di vendere all’estero a prezzi più bassi di quelli che pratica in patria.
La marcia pacifica, in cui venivano intonati cori come “stop China dumping” e “stop China Ems” (Economy market status) è partita dal Parc du Cinquatenaire, continuando poi su Rue de la Loi fino a raggiungere la Commissione europea. Lì su un palco attrezzato per l’occasione sono intervenuti addetti del settore e politici. “Oggi siamo in strada per fare sentire la nostra voce, per difendere l’industria europea, per tutelare il futuro dei nostri figli, infatti senza le industrie non c’è lavoro per le generazioni future”, ha dichiarato il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Antonio Tajani (Ppe). “Chiediamo alla Commissione europea di negare lo status di economia di mercato alla Cina, perché la qualità dei prodotti europei è migliore della loro, e senza l’aiuto delle istituzioni la crisi non potrà far altro che peggiorare, Terni ad esempio sta perdendo competitività perché vengono applicate regole vecchie, obsolete, superate, per questo dobbiamo cambiare”, ha aggiunto Tajani.
“Stiamo marciando a Bruxelles in migliaia per dare un chiaro messaggio ai responsabili della politica Ue, perché si tutelino i posti di lavoro ed il commercio equo solidale, e perché si neghi il riconoscimento dello status di economia di mercato alla CIna alla Cina”, ha affermato Milan Nitzschke, portavoce di Aegis Europa, l’organizzazione promotrice della manifestazione. Per Nitzschke “la concessione di uno status di economia di mercato alla Cina significherebbe fornire accesso illimitato al nostro mercato in diversi campi, l’acciaio in primis, ma anche la produzione e la distribuzioni di ceramica, fibra di vetro, ed energia solare. Se l’Ue si dovesse arrendere, garantendo piena libertà a Pechino, creerebbe un commercio sleale in tutti i più importanti e produttivi settori propri dell’Ue” ha concluso il portavoce.
Alla manifestazione erano presenti anche diversi eurodeputati del Pd, come Gianni Pittella, Alessia Mosca, e Patrizia Toia. “L’Italia, il Pd e tutto il Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo sono uniti nella battaglia dei lavoratori nel settore siderurgico contro la concorrenza sleale dei Paesi emergenti e della Cina”, ha dichiarato Toia secondo cui la Commissione europea “deve garantire regole più ferree e protezioni commerciali più forti contro i prezzi troppo bassi imposti dalla Cina, imponendosi nel dire No alla concessione dello status di economia di mercato”.
Al corteo presenti anche gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle David Borrelli, Tiziana Beghin e Laura Agea. “La crisi del settore dell’acciaio portata in piazza a Bruxelles serva da monito a tutti quelli che ancora tentennano o fanno finta di non vedere. Concedere alla Cina lo status di economia di mercato costituirebbe un vero e proprio suicidio economico per l’Europa, perché disarmerebbe unilateralmente le difese commerciali contro il colosso asiatico e limiterebbe al massimo la possibilità di imporre dazi antidumping alle aziende cinesi che riducono in modo scorretto i prezzi”, hanno dichiarato gli eurodeputati M5S.
“La commissione è consapevole della situazione del settore che soffre di sovra capacità di produzione a livello globale, per questo stiamo agendo con tutti gli strumenti a nostra disposizione”, ha assicurato Lucia Caudet, portavoce della commissaria all’Industria, aggiungendo che “nel mercato globale è essenziale preservare un giusta concorrenza e la Commissione sta agendo con rapida determinazione per rispondere a questa situazione, ad esempio” ha continuato la portavoce, “attraverso l’apertura di tre nuove indagini anti-dumping e due nuove imposizioni di dazi verso Russia e Cina della settimana scorsa, toccando così un record di misure in atto, raggiungendo un totale di 37, di cui 16 riguardano direttamente la Cina. Ma la sfida del settore dell’acciaio va oltre le questioni di mercato”, ha concluso Caudet affermando che “la competitività a lungo termine dipenderà dallo sviluppo di tecnologie innovative nel settore”.