Bruxelles – Alexis Tsipras ha deciso di limitare a 4 il numero massimo di canali privati nazionali della televisione in Grecia. “Questo permetterà la creazione di stazioni tv veramente indipendenti ed economicamente sostenibili”, ha affermato il premier e leader di Syriza. Da mesi il governo parlava della necessità di mettere ordine in un settore che da 25 anni va avanti senza una vera e propria regolamentazione. E anche di togliere potere mediatico a quegli “oligarchi” a cui è stata decretata guerra senza frontiere fin dall’inizio dell’esperienza di Syriza al potere in Grecia.
La decisione non sembra preoccupare Bruxelles, anche se la vendita delle licenze della tv pubblica è una delle richieste contenute nel piano di salvataggio sottoscritto da Tsipras questa estate. “Nel Memorandum il governo si è impegnato a lanciare una gara internazionale per l’acquisizione dei diritti tv i cui ricavi devono essere utilizzati per raggiungere i target di bilancio”, ha ricordato il portavoce della Commissione Margaritis Schinas. Il portavoce ha specificato che al momento “nessuna proposta è stata ancora discussa con le istituzioni ma comunque sta agli Stati membri il compito di stabilire le procedure per concedere le licenze tv, visto che questo ambito non è stato armonizzato a livello comunitario”.
Attualmente in Grecia, oltre al canale pubblico Ert, ci sono cinque principali canali privati e poche altre piccole stazioni che trasmettono a livello nazionale. Il settore è stato aperto nel 1989 con licenze temporanee e da allora non è mai stato regolamentato. Ora il governo si prepara a lanciare una gara internazionale sostenendo che il crollo degli introiti pubblicitari durante la crisi economica ha lasciato la maggior parte delle stazioni senza la possibilità di pagare il proprio personale e in una situazione finanziaria che dipende solo da prestiti bancari e favori governativi. I partiti di opposizione contestano il provvedimento affermando che Tsipras è in cerca di proprietari più vicini al suo esecutivo.