Roma – “Abbiamo abdicato alle scelte di politica monetaria, ma i mercati si sono assuefatti all’idea di una liquidità facile. È finito tempo della delega in bianco alla Bce, serve un’autorità politica” alla quale affidare la sovranità monetaria dell’Eurozona. Sono parole del capogruppo S&D al Parlamento europeo, Gianni Pittella, pronunciate nel corso di una conferenza dei gruppi progressisti europei, organizzata dal Pd alla Camera dei deputati, per discutere del futuro dell’Ue e del ruolo dei Parlamenti nazionali in un percorso di maggiore integrazione.
Pittella ha poi colto l’occasione per lanciare un monito al presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, ricordandogli come l’appoggio dei socialisti europei all’esecutivo comunitario sia legato all’implementazione di politiche per la crescita e non al solo perseguimento del rigore di bilancio. A questo proposito l’europarlamentare si è rivolto direttamente al lussemburghese: “Dico a Juncker che serve una utilizzazione piena della flessibilità”.
L’europarlamentare ha provato a smarcarsi dall’idea di voler perorare soltanto la propria causa nazionale, sottolineando che “non è una questione relativa solo al governo italiano”. Tuttavia, le lodi tessute a proposito della decisione di non sanzionare il Portogallo per la sua legge di stabilità, suonano anche come un modo per sottolineare che se si usa la mano morbida con Lisbona non si può adottare il pugno di ferro con Roma, impegnata da mesi in un braccio di ferro per il via libera sulla flessibilità richiesta in virtù delle riforme, degli investimenti e delle spese straordinarie per l’emergenza migratoria.
Pittella ha offerto una sponda all’esecutivo italiano anche per il completamento dell’Unione bancaria con la garanzia europea per i depositi – “non ci può essere una Unione bancaria ‘a la carte’”, ha denunciato –, e per l’istituzione di una garanzia europea contro la disoccupazione. Su entrambi i punti è intervenuto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, anch’egli presente all’incontro. “Una unione bancaria o economica deve basarsi su due principi”, ha spiegato: da un lato quello della “mitigazione del rischio”, dall’altro la “condivisione del rischio” stesso. E ricordando come “le posizioni dei governi non sono univoche” su questo punto – un modo rispettoso per denunciare che è in primis la Germania a opporsi – ha evidenziato che “se non c’è fiducia comune non possiamo costruire strumenti comuni”.
Riguardo alla garanzia contro la disoccupazione di breve termine, Padoan ritiene che adottarla vorrebbe dire aver compreso “la lezione fondamentale della crisi della moneta unica”, perché in una economia “senza tassi di cambio, chi subisce i costi maggiori” delle crisi economiche, vista l’impossibilità di svalutare la moneta, “sono i mercati del lavoro in termini di calo dell’occupazione”. Per il titolare di via XX settembre, dunque, anche in questo campo servono meccanismi per “mitigare questi effetti con la condivisione del rischio”.
Anche il presidente dei socialisti europei, Sergei Stanisev, ha messo in evidenza la necessità di una riforma dell’Eurozona più attenta ai bisogni dei cittadini. “Dobbiamo garantire una dimensione sociale se vogliamo che” l’Area Euro “si trasformi in una storia di successo, ha dichiarato nel suo intervento, abbracciando l’idea di Renzi perché si investa un euro in cultura per ogni euro speso in sicurezza.
Sulla dimensione sociale dell’Ue si è espressa anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale “i nostri cittadini ci chiedono di cambiare politica economica”. Per la terza carico dello Stato si tratta di una “sfida” che richiede di “prendere coraggio e incentrare l’azione sulla crescita e l’occupazione, perché il rigore non ci ha portato a niente e anzi ha messo in discussione la tenuta sociale in alcuni paesi.